mercoledì 3 marzo 2010
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Caro direttore,è bastato il gesto di qualche sconsiderato e alcune tonnellate di petrolio per causare un danno di proporzioni enormi in tutta la Pianura padana. Non c’è stato nulla da fare per impedire la fuoriuscita di quel liquido, nessun sistema automatico capace di impedire o porre rimedio all’errore umano. È opportuno ricordare che spesso disastri di proporzioni ben maggiori sono stati causati dalla condotta scorretta di chi aveva in mano il controllo di quegli impianti. Le tragedie moderne si conoscono molto bene: si chiamano Chernobyl ma anche – risalendo nel tempo – Vajont, Bhopal, Seveso. Le nuove centrali nucleari, programmata anche in Italia, dovranno necessariamente avere doppi apparati di sicurezza, per evitare ad esempio che a qualcuno venga in mente di aprire una valvola e disperdere il liquido del nocciolo del reattore.

Lettera firmata

Dietro l’ecodisastro del Lambro – i cui esiti più catastrofici per il sistema idrografico del Po sembrano, proprio in queste ore, scongiurati – è ormai accertata la presenza di un disegno criminale, di un’oscura volontà di nuocere. Un gesto eversivo forse "semplificato" dalla colposa incuria in cui versava l’impianto nel quale tutto a avuto inizio. Confidiamo che gli inquirenti facciano al più presto chiarezza su questo episodio, perché quel primario bene comune che è l’ambiente non può apparire in balìa di attacchi proditori: è indispensabile dare un segnale risoluto, mettendo i criminali dietro le sbarre. Quanto al tema della sicurezza dei processi industriali, la questione è sempre di rilievo e di attualità. La sicurezza dei grandi complessi produttivi è un valore fondamentale e concretissimo, avendo a che fare con la vita di una comunità di lavoro e di una più vasta comunità civile e toccando indirettamente le vite di ciascuno di noi. Le regole sono severe, ma evidentemente non bastano disposizioni stringenti: servono, al solito, controlli rigorosi e frequenti, che non sempre invece vengono garantiti. La sicurezza non può essere sacrificata al portafogli, perché il conto, come nel caso da cui lei ha preso spunto, sarà alla fine enormemente superiore a quello di qualsiasi misura di prevenzione disattesa. Quanto al nucleare, le centrali di ultima generazione adottano, in materia, requisiti tecnologici di sicurezza imparagonabili con quelli degli anni 70 e 80. E non bisogna mai dimenticare che la tragedia provocata dalla famigerata centrale di Chernobyl fu anche il portato dell’agonia e della dissoluzione di un regime, quello sovietico. Restano, tuttavia, punti di vista divergenti, dubbi e problemi niente affatto risolti in materia di sicurezza sia verso l’esterno (ad esempio riguardo il rischio di attacchi terroristici) sia per quanto riguarda la gestione degli impianti e delle scorie. Non credo che sia bene coltivare pregiudizi, ma so che bisogna avere idee chiare. E a proposito di energia nucleare, anche quando parliamo solo e soltanto dell’"atomo di pace", ritengo che sia necessaria una trasparenza totale e convincente. Nulla, proprio nulla, può essere dato per scontato.
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