sabato 28 aprile 2012
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Caro direttore,
mi piacerebbe che mi spiegasse se secondo lei esiste un motivo politico per non affrontare il problema che vado a esporre: i Comuni italiani da diversi anni si lamentano (con qualche ragione) dei tagli ai trasferimenti statali, tagli che li hanno costretti a sprecare meno (speriamo…) e a ridurre i servizi sociali. Io che abito in una cittadina ligure a vocazione turistica, tocco con mano il fenomeno delle false residenze (persone che dichiarano di risiedere dove invece non risiedono). Queste persone hanno già evaso l’Iva in acquisto sulla casa, usufruendo dell’aliquota ridotta per la prima abitazione, e questo è un problema dello Stato, che dovrebbe intervenire, ma non fanno niente neanche i Comuni che in questi anni non hanno incassato l’Ici e che riceveranno un’Imu inadeguata. C’è stata, insomma, e c’è una truffa agli enti locali... Perché non si fa nulla? Grazie dell’attenzione.
Luigi Boiocchi, Lerici
 
Abbiamo detto, letto e scritto tante cose, non tutte come si sa lusinghiere, sulla nuova imposta sugli immobili: l’Imu. Tuttavia, sul punto che le sta a cuore, caro signor Boiocchi, risulta previsto – allo stato delle cose – che ci sia una sola casa di residenza per nucleo familiare. Questo comporterà certamente problemi in situazioni complesse (come quella di due coniugi che abbiano case e attività lavorative in due diverse città), ma potrebbe e dovrebbe risolvere il caso da lei segnalato. Vedremo se sarà così.
C’è però un altro tema proposto dalla sua lettera ed è quello della responsabilità – sia sul piano normativo sia a livello di vigilanza e controllo – dell’autorità politica e amministrativa. Responsabilità orientata, mi verrebbe da dire vocata, a un compito ineludibile: assicurare equità e impedire (o almeno limitare) le furbizie e le ingiustizie. È una questione importantissima. Oggi, infatti, anche di questo ragioniamo in prima pagina nell’editoriale affidato a don Mauro Cozzoli, teologo moralista. Voglio dire che chi sta in politica ed esercita, a livello centrale o locale, poteri di governo deve fare bene la parte che gli spetta, e mai – dico mai – fare pura propaganda. Trovo, in particolare, inconcepibile che una forza politica e parlamentare proclami di voler promuovere la sistematica "disobbedienza" a una legge. E francamente meraviglia che un politico serio come l’ex ministro dell’Interno (e leader di fatto della Lega Nord del dopo-Bossi) Roberto Maroni si metta simili slogan in bocca. I politici, tutti i politici, che siano in maggioranza o all’opposizione, facciano il loro mestiere: evitino ingiustizie e garantiscano equità. Hanno le leve per farlo, le usino. Hanno il potere, non tentino di espropriare i cittadini anche dello spazio del dissenso e della protesta. Disagio e timori (e ce ne sono troppi oggi, in Italia) pretendono risposte efficaci, non gazzarre.
Marco Tarquinio
 
 
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