martedì 21 dicembre 2021
Durante la nostra recente visita a Kabul e a Kandahar, osservando l’abituale animazione delle strade del centro delle due città, per un attimo si poteva quasi dimenticare quali preoccupazioni...
Un veicolo stipato nei pressi di Kandahar

Un veicolo stipato nei pressi di Kandahar - Ansa

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Caro direttore,

durante la nostra recente visita a Kabul e a Kandahar, osservando l’abituale animazione delle strade del centro delle due città, per un attimo si poteva quasi dimenticare quali preoccupazioni occupano la maggioranza delle persone: la lotta quotidiana per preoccuparsi cibo, mezzi di riscaldamento e abiti caldi per aiutare i propri figli ad affrontare i duri mesi invernali. Ma questo è il presente dell’Afghanistan: una lotta per la sopravvivenza che gli operatori umanitari osservano ogni giorno soprattutto nelle aree rurali e remote dove anche noi di Intersos interveniamo per garantire accesso alla salute e ai beni essenziali.

La drammatica escalation della crisi economica e umanitaria in corso è conseguenza di problemi strutturali aggravati anche dalla corruzione. Nonostante molti anni e molti miliardi di dollari spesi, il sistema sociosanitario rimane privo di equipaggiamento vitale e dipende ancora dagli aiuti internazionali. Allo stesso modo, per quanto ci siano stati indubbi miglioramenti nel riconoscimento dei diritti e del ruolo delle donne nelle aree urbane, poco è cambiato per le la maggioranza delle donne afghane, e pratiche come i matrimoni precoci rimangono largamente diffuse.

Il repentino congelamento dei fondi internazionali a seguito delle sanzioni contro i taleban, la nuova autorità che governa il Paese, ha ulteriormente aggravato la situazione. L’impatto è stato estremamente pesante per i servizi sanitari. Gli ospedali pubblici stanno esaurendo le scorte di medicinali. Il collasso totale del sistema è temporaneamente scongiurato perché le Nazioni Unite si sono fatte carico del pagamento degli stipendi, con l’auspicio che questo supporto possa proseguire, ma anche con la certezza che non è sufficiente. Ovviamente, il congelamento di fondi e posizioni finanziarie ha avuto un impatto diretto sulle condizioni di vita degli individui e delle aziende, generando un’impennata dell’inflazione.

La resilienza di 38 milioni di afghani è al limite. Quasi 23 milioni di persone sono costrette ad affrontare l’inverno in condizioni di grave insicurezza alimentare, con un milione di bambini a rischio di morire mentre le temperature crollano sotto lo zero. Il sistema sanitario non è in grado di rispondere ai bisogni immediati della popolazione.

La comunità internazionale deve riconoscere il livello di sofferenza delle afghane e degli afghani e agire di conseguenza. Nonostante la disponibilità di fondi umanitari, la discussione in corso sulla possibilità di reindirizzare parte delle risorse per lo sviluppo per rispondere ai bisogni più urgenti anche nel medio termine, e la situazione di relativa sicurezza, che, in questo momento, pur nella sua fragilità, garantisce accesso umanitario in molte aree, le sanzioni rimangono un grave impedimento. È urgente definire priorità umanitarie escluse dal regime delle sanzioni, insieme a un sistema che agevoli le transazioni finanziarie. La comunità internazionale deve urgentemente dare risposte a ragazze e ragazzi, donne e uomini, che non si preoccupano di chi sia al potere nel loro Paese, ma che chiedono solamente pace, stabilità, cibo, lavoro e accesso ai servizi di base.

Una risposta solidale è l’unica strada per evitare una catastrofe umanitaria. Le organizzazioni umanitarie in prima linea sono abituate a confrontarsi con queste sfide e l’attuale situazione in Afghanistan, pur nella sua gravità, non fa eccezione. Continueremo a fare la nostra parte per allargare lo spazio umanitario, spingendo le autorità a comprendere non solo l’importanza del nostro lavoro, ma la cornice nel quale esso si inscrive: il diritto umanitario internazionale, i princìpi umanitari, la trasparenza verso i donatori, la necessità inderogabile di includere le donne nella risposta umanitaria.

Direttore generale e policy advisor Intersos

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