Benvivere: così la finanza crea inclusione
venerdì 16 settembre 2022

Cercare e valorizzare le cose che funzionano, denunciare e cambiare insieme quelle che non funzionano: la filosofia dell’Economia civile e del Festival ad essa dedicato, che per il quarto anno consecutivo va in scena a Firenze da oggi a domenica, punta a intrecciare il tanto buono che c’è nei territori e nelle comunità e il tanto che va migliorato o eliminato.

Si comincia con l’indagare sullo "spirito dei luoghi" (rendendo omaggio a un grande economista dei territori come il fiorentino Giacomo Becattini con una Lectio di Niccolò Bellanca) e si prosegue con la presentazione e la discussione dei sempre sorprendenti risultati del Rapporto 2022 sul Benvivere delle Province e dei Comuni italiani. Il sistema economico globale è come un paziente affetto da comorbidità – si legge nel Rapporto – e per le "malattie" del corpo sociale, della comunità locale e globale è fondamentale oggi fare attenzione a trovare farmaci senza effetti collaterali per le patologie da affrontare. «Se c’è qualcosa su cui ci sono pochi dubbi è che le emergenze ambientali colpiranno in maniera molto maggiore i più deboli e i più fragili per il fatto che gli stessi hanno meno risorse per proteggersi».

Il Piano nazionale di contenimento dei consumi di gas naturale, ad esempio, intreccia nuove, indispensabili politiche e misure europee e nazionali e altrettanto nuovi, indispensabili stili di vita personali, familiari, aziendali, collettivi. Potrà essere interpretato pigramente o convintamente. È una immensa palestra di "mutualità" diffusa per costruire il "bene comune", due dei quattro ingredienti fondamentali dell’Economia civile (oltre alla fiducia alla tensione verso la pubblica felicità).

Le grandi questioni – vivibilità del pianeta, pandemia, contrasto delle disuguaglianze, "povertà/ricchezza di senso" del vivere – non trovano soluzione senza un approccio basato sul cooperare, sulle relazioni (non sempre facili), sulle alleanze, sulle reti collaborative, sull’unione delle forze, sul ragionare e fare in compagnia. E il Festival 2022 non può che proporre un tema impegnativo: «In buona compagnia. Per cercare, ricostruire, fare pace».

Il Festival di Firenze è il luogo della concretezza. Si alterneranno testimonianze e visioni, ricercatori e ministri, studenti e professori, sindaci e volontari. Soluzioni pratiche e progetti, esiti scientifici interessanti. Una delle preziose evidenze del Rapporto 202 sul Benvivere è che la generatività e, appunto, il ben-vivere hanno bisogno di robusti supporti e sostegni per potersi esprimere e sviluppare sui territori. Due vengono indicati come essenziali: l’accesso all’istruzione e l’accesso al credito.
«Il sistema del credito, locale, cooperativo e mutualistico – che storicamente registra tassi significativamente più elevati di impieghi per le imprese dei settori come l’agricoltura, il turismo, la piccola manifattura e gli artigiani, soprattutto nelle aree interne con la sua diffusione capillare sul territorio – svolge un ruolo fondamentale in questa partita», si legge nel Rapporto 2022.

Non è un caso dunque «che le province nelle quali la percentuale di quota degli impieghi delle Banche di Credito Cooperativo - Casse Rurali risulta superiore alla soglia del 15% (sono 21 in tutto) occupino cinque delle prime dieci posizioni (Bolzano 1; Siena 2; Ancona 4; Pordenone 5; Trento 8) e che solo sei, al contrario, si trovino oltre la cinquantesima posizione.
Con riferimento alla quota di impieghi alle famiglie consumatrici e produttrici le province nella top 10 diventano sei (si aggiunge in entrambi i casi Trieste). Da una parte la maggiore presenza di finanza locale abilita i processi di inclusione e di generatività, dall’altra una maggiore attività sociale ed economica attira una presenza più capillare e diffusa degli istituti di credito». Oggi, peraltro, le Banche di credito cooperativo sono le uniche banche presenti in 705 Comuni, soprattutto nelle aree interne ed a rischio spopolamento.

Le evidenze del Rapporto sul Benvivere anticipano i risultati di uno studio empirico in via di pubblicazione (Semplici, Bobbio, Magnani) che confermano come la prossimità multidimensionale delle banche mutualistiche di comunità sia una leva per attivare la generatività locale, soprattutto in quei contesti nei quali si registrano maggiori livelli di fragilità economica e lavorativa. Un ruolo anticiclico sociale, oltre che economico. Un modo per affrontare "in buona compagnia", appunto, il primo inverno di austerity energetica da gas mezzo secolo dopo quella da petrolio. Sperando che il virus non continui a infilarsi nelle crisi con i suoi tragici dispetti. Ma l’Economia civile all’epoca non era stata ancora riscoperta…

Direttore generale Federcasse Federazione Italiana Banche di Credito Cooperativo e Casse Rurali

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