Sanremo, brevi note su Battesimo arte, nostalgie e mancata umiltà
giovedì 3 febbraio 2022

Caro direttore,
parte il Festival di Sanremo e parte anche la prima pessima provocazione. Una parodia del Battesimo fatta in diretta dal cantante Achille Lauro, spalleggiata dai responsabili dell’evento in nome della libertà artistica. Verrebbe da dire: «Padre perdona loro perché non sanno quello che fanno». Mi è parso assai opportuno il tweet del cardinale Gianfranco Ravasi per ricordare che cosa è il Battesimo. Ha scritto: «Il Battesimo è il più bello e magnifico dei doni di Dio. Lo chiamiamo dono, grazia, unzione, illuminazione, veste di immortalità, lavacro di rigenerazione, sigillo, e tutto ciò che vi è di più prezioso ». Credo che questa provocazione inaspettata possa essere una grande opportunità offerta a cattolici e laici per riflettere sul sacramento del Battesimo, così festeggiato quando viene celebrato, poi purtroppo molto spesso dimenticato. Anche il Papa in più di una catechesi ha ricordato la sua importanza invitandoci anche a ricercare la data di quando abbiamo ricevuto questo dono. Come cristiani non lasciamoci impegolare in sterili polemiche, ma andiamo alla sostanza: ringraziamo il Signore e ricordiamoci di chi, amandoci, ci ha portati al fonte battesimale.

Francesco Ferrari Merate (Lc)

Sono pienamente d’accordo con lei, caro amico. Anche sul suo invito: «Non lasciamoci impegolare in sterili polemiche ». Il «trasgressivo» Achille Lauro mi sembra più perseguitato da una nostalgia di volti, segni e riti cristiani che animato da volontà dissacratoria, tanto più che in questa occasione ha legato il suo gesto a parole d’affetto (che non oso pensare furbe) per la madre, ma l’effetto è quel che: offensivo per molti, motivo di tristezza per tanti altri. Proprio per consolare questo sconcerto e questa tristezza qualche parola più libera, coraggiosa e umile degli orgogliosi organizzatori e protagonisti del Festival non suonerebbe affatto stonata. Ma a proposito di doni, di arte e anche della nostalgia che sospetto in Achille Lauro, mi tornano in mente l’arte certa e la nostalgia adulta che ha spinto un cantante davvero grande e coraggioso come Bruce Springsteen, uno che non ha mai avuto bisogno di messinscene ma che ha avuto il coraggio di affrontare da solo – ad anima e voce nude – il palco di un teatro newyorkese, nella mitica Broadway, a sussurrare al culmine di tutto il Padre Nostro...

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