martedì 16 marzo 2010
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Caro direttore,qualche tempo fa molti di noi hanno aderito all’iniziativa "M’illumino di meno", un gesto simbolico molto importante, ma dall’impatto quasi trascurabile, in quanto spegnere la luce per un’ora influisce veramente poco sul problema dello spreco energetico. Talvolta usiamo l’acqua calda senza renderci conto di quanta energia sia necessaria per ottenerla. Su suggerimento del nostro docente di Fisica, il professor Ruggero Da Ros, abbiamo fatto delle misurazioni e il risultato è sorprendente: un banale lavaggio delle mani con acqua calda implica un consumo di energia equivalente a quella necessaria per tenere accesa una lampadina per 12 ore! Con le stesse modalità è stato misurato anche il metano consumato per farsi una doccia: anche qui l’energia consumata è tanta e quasi uguale a tutta l’energia elettrica consumata in casa, da ognuno di noi, in un giorno intero. Abbiamo inoltre notato che in alcune case il miscelatore del rubinetto è sistematicamente posizionato sull’acqua calda. Spesso chi lo usa non aspetta che questa arrivi; si lava le mani e lo richiude prima che l’acqua calda cominci a sgorgare, peccato che nel frattempo la caldaia sia entrata in funzione e abbia scaldato acqua inutilmente. Fare i conti è facile, basta leggere il contatore del gas prima e dopo aver usato l’acqua calda e sapere che un metro cubo di metano fornisce l’energia di circa 10 kWh. Per lavarci le mani abbiamo consumato mediamente 0,022 mc, che equivalgono a 0,22 kWh – basta moltiplicare per 10 –, cioè 220 watt per un’ora; una lampadina a basso consumo, della cucina o del salotto, consuma circa 18 wattora. Facendo il rapporto risulta che per consumare 220 watt bisogna tenerla accesa per 12 ore! Quindi, per contribuire in modo significativo a sprecare e a inquinare di meno, oltre a spegnere le luci, cerchiamo di utilizzare il meno possibile l’acqua calda, con gesti piccoli ma importanti, come usare, quando possibile, l’acqua fredda per lavarsi le mani, oppure chiudere l’acqua mentre ci si insapona nella doccia o quando ci si lava i denti.

Classe 4 A spp dei Licei "Pujati" Sacile (Pn)

Certo, non c’è proporzione tra l’impatto visivo di una città che si spegne (quasi) all’unisono e quello –del tutto inesistente – di un rubinetto serrato. Ma è indiscutibile che i valori in gioco siano quelli che voi, cari giovani amici, avete verificato monitorando le misure dei vostri contatori del gas. Anche nel caso dell’uso responsabile dell’energia, l’attenzione all’effetto mediatico rischia di alterare la percezione della realtà sostanziale e di farci entusiasmare per cose che non sono poi così importanti, perdendo di vista situazioni e impegni più semplici e apparentemente banali che, invece, hanno un rilievo oggettivo e mettono direttamente e stabilmente in questione i nostri stili di vita. Ho sempre creduto che i veri "gesti simbolici" – veri perché pieni di concretezza – siano quelli che comunque cambiano la realtà e avviano un processo positivo. Trovo che voi, cari ragazzi, testimoniandoci una vostra esperienza davvero formativa ci aiutate a stare coi piedi per terra, a capire che i cambiamenti dei grandi scenari energetici dipendono sì dalle scelte politiche nazionali e internazionali, ma anche dalla modifica dei comportamenti individuali. Sarebbe, insomma, contraddittorio – e anche un po’ ipocrita – applaudire e pretendere scelte all’insegna di una qualche intransigenza "verde", evitando di assumerci quelle responsabilità personali per un uso più attento delle risorse che sono – è il caso di dirlo – a portata di mano. Se, come voi suggerite, si prestasse sempre attenzione all’uso dell’acqua calda, se si generalizzasse l’uso delle lampade a risparmio energetico, se si spegnessero completamente le apparecchiature elettriche senza lasciarle in stand-by, se... L’elenco potrebbe proseguire a lungo, basta un po’ di curiosità e d’intelligenza per scoprirlo. Complimenti al vostro professore di fisica e a tutti voi.
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