giovedì 24 giugno 2010
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Caro direttore,è necessario premettere che l’attività del cardinale Crescenzio Sepe è oggi oggetto di indagine, e perciò le sue eventuali responsabilità saranno accertate solo alla fine dell’attività della magistratura. C’è però, mi pare, una sostanziale modifica nell’atteggiamento della Santa Sede: si accetta la Giustizia dello Stato italiano e si collabora con essa. Quando fu avviata l’indagine per l’attività dello Ior (anni Ottanta), ci fu ben altro comportamento e, se non sbaglio, monsignor Marcinkus rifiutò sempre di rispondere alla magistratura italiana. Finalmente si volta pagina! Daniele De Antoni Migliorati

Caro direttore,il coinvolgimento di nomi importanti in numerosi scandali romani mi mette a disagio. Non sono tra coloro che ritengono il denaro e il potere simboli nefasti e vergognosi, né penso che una persona accusata sia colpevole prima della condanna. Ma il fatto che in vari di questi scandali compaiano i nomi di sacerdoti o, peggio, di alti prelati mi procura un certo malessere. E anche se non sono colpevoli, tuttavia è discutibile che preferiscano intrattenere rapporti spesso camerateschi con uomini di potere politico ed economico, invece di farlo con i comuni mortali. Perché si dovrebbe ospitare gratis i facoltosi Bertolaso o Lunardi? Enrico PalumboCaro direttore,sono un po’ amareggiata questa sera perché una domanda mi tormenta e non so a chi rivolgerla per avere una parola di speranza. Ecco il mio punto interrogativo: ma la Chiesa che cos’è diventata? Un’agenzia immobiliare? Mia madre, che si privava anche del necessario per aiutare chi era più povero di lei, mi ha insegnato a fare tanta «carità»: offerte alle missioni, ai poveri, a chi muore di fame, ovviamente non sempre direttamente, ma attraverso chi aveva la possibilità di arrivare là dove noi non potevamo. Quando lei è morta, ho «ereditato» le sue opere di carità, per farla felice, per amore e perché lo considero un atto di giustizia. Col passare degli anni ho letto e sentito tante cose negative e ho pensato di fidarmi solo della Chiesa. E ora sto sentendo tante cose negative sull’uso dei beni proprio della Chiesa. Non so che cosa pensare. Mi aiuti se può. Maria MendoCaro direttore,soffro per le accuse rivolte al cardinale Sepe, che è il mio arcivescovo e sta lasciando un segno di bene nella vita di Napoli. Leggo cose che ti mettono in testa tanti dubbi, ma poi penso a ciò che ha fatto e sta facendo per sostenere la nostra fede e darci coraggio anche contro l’arroganza della camorra, e sento che devo dirgli pubblicamente grazie. Lorenza Capitanio Queste vostre lettere, cari amici lettori, aiutano a percepire i sentimenti e gli interrogativi suscitati dalle vicende giudiziarie e dalle ricostruzioni giornalistiche che stanno lambendo una delicata e preziosa struttura di servizio della Chiesa universale – la Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli, conosciuta anche come 'Propaganda Fide' – e un’eminente e amata figura di pastore, nella persona di Crescenzio Sepe, già cardinale prefetto di quel 'dicastero' della Santa Sede e oggi arcivescovo di Napoli. Dico subito che coloro che hanno conosciuto e conoscono il cardinal Sepe – e sono tanti – non riescono neanche a concepire lo sconvolgente capo di accusa (corruzione) ipotizzato nei suoi confronti tanto appare irrealistico. Quanto, poi, alla natura e alle attività della Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli, mi limito a sottolineare che solo una pessima letteratura giornalistica può gabellare, com’è stato fatto, 'Propaganda Fide' per una «immobiliare», anzi per l’«immobiliare del Vaticano». Il patrimonio che, nei secoli, è stato attribuito al cosiddetto 'ministero delle missioni' non è fine a se stesso o frutto di mero accumulo: si tratta della base che sostiene, assieme alle nuove offerte dei singoli fedeli e delle comunità cristiane, le attività di annuncio del Vangelo e di promozione umana rivolte a poco meno della metà della popolazione mondiale. Per questo un simile patrimonio va, come si dice, messo a reddito e in tale opera ai funzionari preposti s’impongono, oltre che carità cristiana, pulizia e diligenza assolute. Per questo, se posso dirlo, colpisce anche me sentir parlare di case date gratis (o quasi) a chicchessia mentre non mi scandalizza affatto di venire a sapere che chi può permetterselo paga, invece, ingenti cifre 'di mercato' per l’affitto di appartamenti affidati alla Congregazione missionaria per eccellenza. Chi dà quei soldi alla Chiesa piuttosto che a chiunque altro fa tutto meno che un «peccato» (anche questo si è arrivati a scrivere...), perché sono soldi certamente destinati a un ottimo fine, il migliore per chi – come noi – crede in Gesù Cristo. La Chiesa cattolica è un corpo unico, e quel che con una mano riceve con l’altra dà. Quel che si 'incassa' in Italia, viene speso in Africa o in Asia o in Sud America, Quel che in Italia così si 'perde', in altro modo – grazie alla presenza capillare e viva di una Chiesa ancora e sempre di popolo – cento volte viene 'guadagnato' di nuovo dalla nostra stessa gente. Persino da questa vicenda potrà venirne un guadagno. Come nota il lettore De Antoni Migliorati, è stata in ogni caso affrontata in modo esemplare anche negli aspetti giudiziari: la fiducia nella magistratura subito espressa dal cardinal Sepe e la sua dichiarata disponibilità a partecipare, nelle sedi proprie, al più trasparente chiarimento dei fatti si specchiano nell’atteggiamento rigoroso e serenamente collaborativo con lo Stato italiano assunto dalla Santa Sede. Confido anch’io – condividendo, alla lettera, l’auspicio del portavoce vaticano padre Lombardi – nel fatto che l’avviata verifica giudiziaria sia rapida e conclusiva. E mi auguro, anzi sono certo, che azioni e spiegazioni adeguate da parte di tutti i protagonisti saranno sempre più in grado di fugare lo sconcerto e il dispiacere che le vostre lettere testimoniano e di dare nuovo slancio all’affetto e alla stima che la Chiesa di Napoli subito ha calorosamente manifestato al suo arcivescovo.
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