Male e bene. E coraggio della pietà
domenica 6 dicembre 2020

«Se solo potessi tornare indietro... non lo rifarei». Queste parole le ho sentite dire mille volte. Nelle carcere e sui letti di morte. Tra le lacrime e i sospiri. Ma indietro non si torna. Prima di fare una scelta, allora, di dire una parola, di sferrare un pugno, di accoltellare un rivale; prima di giurarsi eterno amore, di alzare il gomito, di sniffare cocaina, fermati, rifletti. Se sei credente, prega. Quando sei arrabbiato, quando hai voglia di vendicarti, fermati, rifletti. Se sei credente, prega. Prima di abortire, di ingoiare la 'pillola dei cinque giorni dopo', prima di metterti alla guida ubriaco o con il cellulare in mano; prima di ingannare la donna o l’uomo che dici di amare, fermati, rifletti. Se sei credente, prega. Come un martello pneumatico, questa riflessione mi rimbomba nella mente. Il pensiero corre ai fatti degli ultimi mesi.

Corre ai forzuti assassini di Willy a Colleferro. E a Michele, che con il suo comportamento, ha provocato la morte della sorella Paola ad Acerra. Corre al caro don Roberto ucciso a Como da chi da lui aveva ricevuto aiuto e da una società che 'scarta', ma non riconosce le fragilità... Niente da fare, quando credi di averlo individuato, catalogato, sterilizzato, il male; quando pensi di essere in possesso dell’indirizzo dove alloggia, ti accorgi che ti ha fregato ancora, è riuscito a sfuggirti e ha già trovato casa altrove. È vero, in certi ambienti attecchisce con più facilità; è vero, ci sono dei cuori che gli spalancano la porta al solo vederlo da lontano; ma è altrettanto vero che i conti non tornano mai.

Che fare allora? Nessuno è tanto ingenuo da pensare che con il moltiplicare a dismisura sanzioni, leggi, divieti, il male, che tanta sofferenza genera, possa essere messo a tacere. Occorre avere il coraggio di iniziare dalle radici. Mi spiego. Ricordate quella piccola storia di Ragusa? Un passante 'trova' un neonato gettato nella spazzatura. È vivo. E può essere portato in salvo. Respiro di sollievo. Non tutti hannola sua stessa fortuna. In provincia di Salerno, all’inizio di settembre, una neonata è stata scaraventata dal balcone di casa, ed è morta così. Scene crudeli che ci spaventano. Ci chiediamo: com’è possibile? Eppure è accaduto. E ne inorridiamo. Va detto, però, se solo trovassimo il coraggio di rinunciare all’ipocrisia che sovente accompagna il nostro parlare e le nostre azioni, che quegli stessi bambini avrebbero potuti essere eliminati pochi mesi prima in modo 'pulito', 'civile', senza suscitare nemmeno la pietà di uomini e donne responsabili. Questa verità, che tocca i nostri nervi più scoperti, deve essere pensata e ripensata.

Perché, o si comincia dalle radici, si ha il coraggio di chiamare le cose col giusto nome, si ha l’onestà della verità, anche quando ci fa male, ci mortifica, mette a nudo le nostre vergogne, o dobbiamo rassegnarci a sguazzare nella melma sperando solo di sporcarci di meno. Se l’amore alla vita, che tutti, a parole, diciamo di perseguire, non inizia dalle radici, siamo costretti, di volta in volta, a mettere paletti e divieti, ma saranno sempre abusivi, disposti dal 'padrone' che decide dove e come piantarli. Il debole, il povero, il bambino destinato a essere abortito o quello che appena nato viene strappato dalle braccia della mamma perché 'straniero' (e non accolto) o 'commissionato' (da altri), non hanno parte alcuna nelle decisioni che li riguardano.

La legge del più forte non è mai stata una buona legge, prima o poi si ripercuote anche contro di te. Amore ed egoismo hanno i confini incerti. La ricetta per prevenire il male non la possiede nessuno, è vero, ma tutti hanno a disposizione un ingrediente favoloso che, se usato, fa miracoli: l’umiltà. Che non è una virtù speciale dei credenti, è buona per tutti comunque la pensino. A nessuno piace essere ingannato, nemmeno a me, perciò farò di tutto per non ingannarti mai, chiunque tu sia. Il ' non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te' è un comandamento che affonda le radici più nella ragione e nel buon senso che nella fede. Chi ha fede è umile. Chi ragiona davvero è umile.

Chi sa coniugare fede e ragione è doppiamente umile. E umiltà e verità sfociano nella carità. La società ha il dovere e il diritto di difendersi dai malvagi. Ma quando la sentenza, severa e giusta, viene emessa, dobbiamo continuare a conservare un pizzico di pietà anche per il reo più spietato. Se la cattiveria umana dovesse estirpare la pietà dal cuore degli uomini, allora il male avrebbe vinto davvero. Provate a immaginare un mondo dove la pietà si è del tutto spenta. Sarebbe un mondo orribile. Non deve accadere. Non si può andare indietro. Ma più avanti sì.

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