sabato 13 agosto 2016
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Caro direttore,
vorrei fare i miei complimenti a Francesco D’Agostino per l’editoriale del 7 agosto 2016 che lei, direttore, ha scelto di intitolare: «Occidente cura te stesso». Quanto il professore scrive e argomenta, da filosofo qual è, da parte mia è condivisibile al 100%. Perfetto!
Alessandro Fumagalli
 
Gentile direttore,
condivido il contenuto del commento del 7 agosto: «Occidente cura te stesso». Il professor D’Agostino ha elencato, con lucida analisi, la debolezza morale dell’Europa che, invece di richiamarsi alle sue radici cristiane, si è allontanata dai propri princìpi fino a ridicolizzarsi dinanzi al mondo islamico che, invece, in passato ci guardava quasi con ammirazione. Il benessere, l’imborghesimento diffuso non avrebbero dovuto allontanarci dai nostri valori che sono quelli, sì, di solidarietà, ma anche di riaffermazione della nostra identità. Il richiamo alla tradizione e, specialmente, la testimonianza cristiana (di aiuto fattivo ai popoli poveri e in guerra) costituiranno motivo di rispetto e, di conseguenza, indeboliranno i seminatori di odio nel perseguire i loro disegni di morte.
Paolo Santucci
 
Gentile direttore,
trovo molto vera l’analisi di Francesco D’Agostino della crisi della società europea nella quale abbiamo assistito prima alla distruzione della responsabilità personale, poi a quella della scuola e ora a quella della famiglia. Tutto congegnato e conseguente a una precisa volontà anticristiana che ha trovato supporto e aiuto in larghi strati della società e della politica europee e italiane, in specie quelle di ispirazione comunista e illuminista. Non condivido invece assolutamente l’affermazione del Papa citata dal professor D’Agostino, perché sono convinto che si tratti di una «guerra di religione», del resto nemmeno nuova. Negare questo significa negare la realtà e ignorare la verità storica, né si può ragionevolmente credere che il terrorismo islamico possa avere origine e giustificazione dal disgusto per la nostra società. Se così fosse basterebbe che l’islam se ne stesse a casa propria! Io non so quale potrebbe essere la soluzione di tutto questo stato di degradazione. Meno parole e più preghiera? Meno affermazioni e più testimonianza?
Santo Bressani
 
Di buone preghiere e di buone testimonianze non ce ne sono mai troppe, perciò – per quel che vale il mio parere – consiglierei al gentile signor Bressani di rinunciare agli interrogativi con cui chiude la sua lettera. Nel nostro tempo, che è duro e bello come ogni tempo dell’umanità, c’è infatti certamente un debito nel senso che lui indica e abbiamo bisogno di sentire e vivere in modo più forte più coinvolgente testimonianza e preghiera.
Quanto all’editoriale di Francesco D’Agostino è ovvio che io sia d’accordo con lui e con il signor Fumagalli che lo ha apprezzato senza riserve, altrimenti... non lo avrei pubblicato. È una riflessione densa e scomoda, che dovrebbe chiamare altre robuste riflessioni e spingere a conclusioni non precipitose e non banali. Tutti i nostri editoriali, compresi quelli di D’Agostino, a questo tendono. Cercando di avvicinarci a parole più grandi e forti delle nostre. Soprattutto a quelle del Papa, quando al Papa diamo davvero ascolto, facendoci da lui “pro-vocare” e “incamminare”.
È vero ci confrontiamo con la minaccia di terroristi islamici che si fingono uomini e donne pii. E dovremmo forse crederci? Dovremmo dar loro ragione e religione, cioè nobilitare nei modi più alti la loro sanguinaria violenza? E dovrebbe essere proprio il Papa a farlo per primo? A tutti coloro che hanno la smania di veder proclamata la «guerra di religione» tra islam e cristianesimo (tra gli opinionisti assai pochi gli animati da spirito religioso e ancor meno i veri coraggiosi), consiglio di avventurarsi con occhi onesti nelle dure cronache che raccontano la spietata guerra condotta in Asia e Africa da jihadisti di diversa scuola e stessa perversione, guerra non solo contro i cristiani e le altre minoranze religiose ed etniche, ma anche contro i loro stessi fratelli di fede islamica. E consiglio pure di rileggersi la lista delle vittime negli attentati in Europa: i musulmani ci sono come gli altri, perché nel mirino ci siamo tutti. Come ai tempi del terrorismo brigatista, quando le voci e le intelligenze di una sinistra sinceramente democratica erano considerate avversari numero uno, assieme ai fedeli servitori dello Stato e ai leader del cattolicesimo politico.
Quella del terrore jihadista, anch’io l’ho scritto e detto più volte, è una guerra premeditata e condotta da personaggi che perseguono un disegno ideologico di potenza, che pretendono di prendere in ostaggio persino Dio sino a ridurlo alla lama del loro coltello, al grilletto delle loro armi da fuoco, all’innesco dei loro esplosivi. Per questo ha mille volte ragione papa Francesco, che sa leggere in profondità i “segni dei tempi” e ci insegna a non cedere al pensiero dominante: per affrontare questa guerra e farla finire, è più che mai necessario che uomini e donne di fede, e soprattutto i capi delle grandi religioni, in particolar modo coloro che chiamiamo «figli di Abramo» (ebrei, musulmani e cristiani), si sottraggano all’alleanza con i “padroni della guerra” resistendo alla feroce follia e alla propaganda degli assassini che con le loro azioni bestemmiano la vita e il nome stesso di Dio, che è Padre della vita.
In questo sforzo, l’identità può davvero più della solidarietà, come sostiene con passione il signor Santucci? Io ho imparato che la nostra identità cristiana o è solidale o non è. E ho anche imparato che per costruire un dialogo vero, fare il bene e cambiare la storia bisogna sia sapere chi siamo sia accogliere la sfida di ”generare l’Impossibile secondo il mondo”, riuscendo a vedere l’altro senza lenti deformanti o deformate da paure, pregiudizi e calcoli. Maria, nostra Madre, ci sia sempre testimone e guida anche in questo: buona festa dell’Assunta a tutti.
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