lunedì 23 febbraio 2015
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Fu Tommaso Buscetta con le dichiarazioni rese a Giovanni Falcone, il magistrato di cui si fidava, a gettare luce, per la prima volta, sulla struttura diabolica della mafia. Fino a quel momento, infatti, si brancolava nel buio e i mafiosi venivano ritenuti comuni criminali. La mafia, così come la camorra e la ’ndrangheta, necessitano del sostegno morale della società in cui operano. Per questo motivo i mafiosi sentono il bisogno di apparire buoni, di fingere di avere a cuore i deboli, di fare un po’ di bene ai poveri. In un’intervista rilasciata a Enzo Biagi, il boss di Ottaviano, Raffaele Cutolo, disse di ritenersi un "uomo che lotta per la giustizia". È cosa risaputa che molti mafiosi e camorristi hanno per la religiosità popolare una vera passione. Provenzano, nel covo dove si nascondeva, teneva i famosi "pizzini" tra le pagine della Bibbia. Il sanguinario Francesco Schiavone, boss dei Casalesi, si divertiva a dipingere Madonnine e cuori di Gesù.Tutto ciò ha fatto dire a qualche osservatore che tra mafia e Chiesa c’è stato un rapporto alquanto ambiguo. La presenza nel passato, poi, di qualche prete indegno – vicino per parentela o amicizia ai mafiosi – ha fatto il resto. Non ho mai creduto a questa lettura. Se gli stessi magistrati quasi non sapevano dove mettere le mani fino a pochi decenni fa, era normale che l’intera società poco potesse immaginare e comprendere della portata del devasatante potere criminale, economico e sociale dei mafiosi. La Chiesa ha guardato sempre con occhio benevole alla pietà popolare. Non dimentichiamo che fino a pochi decenni fa tanti  italiani erano analfabeti o semianalfabeti. I credenti esprimevano la loro fede soprattutto con canti, gesti, processioni, devozioni varie. La mafia si è inserita in questo, sovvenzionando alcune feste patronali e tenendo sotto controllo il territorio.I mafiosi, come tutti gli uomini, restano persone anche quando si sono macchiati dei delitti più efferati. Persone con  i loro peccati, le loro convinzioni,  la loro " fede", ma anche con una capacità di bene che non muore mai del tutto. Ma, come tutti gli uomini, possono illudersi nel cammino della fede. Per questo hanno bisogno della parola del Vangelo che nella Chiesa viene proclamata e chiama alla conversione. Forse non sempre e non da tutti questa parola è stata annunciata con chiarezza, forza e parresia. Questo tempo della timidezza, là dove c’è stato, però è finito. Dopo il grido di san Giovanni Paolo II nella Valle dei Templi ad Agrigento, le omelie del cardinale di Palermo, Salvatore Pappalardo, la vita di preti santi come don Pino Puglisi e don Giuseppe Diana uccisi proprio per la trasparenza delle loro azioni e la chiarezza delle loro idee nel volere solamente il bene del loro popolo, si è spalancata una pagina nuova. La Chiesa non tace, al contrario, alza forte la sua voce contro tutto ciò che mortifica l’uomo anche in questo senso. La mafia non è solo crimine e sangue, la mafia è la rovina economica, sociale e culturale di un popolo. Tenta di  strozzare sul nascere aspirazioni e idee nuove. Non ha nulla a che fare con la Chiesa e con il Vangelo. Ma la cosa più terribile è che la mafia negli anni ha saputo stringere alleanze con la politica e l’imprenditoria. Èstata capace di radicarsi  in quasi tutta Italia e persino all’estero. Papa Francesco, ieri, ancora una volta  ha rivolto ai mafiosi l’invito a convertirsi. È lo stesso invito che rivolge a tutto il popolo di Dio, perché «tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio». Tutti hanno bisogno di  cambiare mente e cuore. Il mafioso deve sapere che nostro Signore è morto anche per lui, ma che lui non può continuare a ingannarsi pensando di "comprare" il Paradiso con qualche atto formale di devozione, mentre corrompe e distrugge l’uomo per il quale nostro Signore è morto. «Aprite il vostro cuore al signore! Il Signore vi aspetta e la Chiesa vi accoglie se, come pubblica è stata la vostra scelta di servire il male, chiara e pubblica sarà anche la vostra volontà di servire il bene… O Gesù o il male! Non si può dirsi cristiani e violare la dignità delle persone…», ha detto ieri Francesco. Anche per voi, fratelli mafiosi, c’è speranza. La strada da voi intrapresa è un vicolo cieco. Davanti e intorno a voi ci sono solo disperazione e morte. Pentitevi del male fatto, e iniziate una vita nuova. Il Papa, i vostri vescovi, la Chiesa tutta pregano per questo. E questo è il regalo più bello che potete fare a voi stessi, ai vostri figli e a tutti noi.<+RIPRODUZ_RIS
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