sabato 22 giugno 2013
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Caro direttore,
sono un padre di tre figli e come ogni anno mi accingo a prenotare le agognate vacanze. Mi dico – pensi un po’ – che sono un "diritto" dopo un anno di sacrifici economici, di stanchezza fisica e psichica, di piccole e grandi difficoltà e sfide della vita quotidiana da affrontare come tutti coloro che hanno genitori anziani da accudire e figli (nel mio caso di anni 6, 11 e 14) alle prese con la scuola e la difficile età adolescenziale. Grazie a Dio, sia io che mia moglie – insegnante di scuola materna con 30 bambini di 5 anni da gestire quotidianamente – abbiamo un lavoro. La mia lagnanza nasce dal fatto che tutte le numerose strutture vacanziere italiane vantano sconti per i figli, ma solo fino a due! Chi ne ha tre non ha diritto a nulla… siamo in troppi! Tutto è iniziato con il più piccolo: Emanuele. Era appena nato e volevano farmi pagare – in un hotel di Gabicce – 50 euro al giorno per lui, dicendomi che, «anche se è neonato, esiste e occupa spazio in camera». L’ultima delusione è di oggi (come vede dall’email le scrivo poco dopo le nove di sera di mercoledì 19 giugno). Un Villaggio Club dell’Isola d’Elba che propone sconti per i figli e li accoglie gratis fino ai 12 anni. Anche qui per chi ha tre bambini: NULLA. In sintesi, dopo la trattativa, con tre figli pagherei quattro quote intere. Con due figli avrei pagato solo due quote e mezza. Naturalmente in tutti questi anni abbiamo chiesto sempre solo una stanza per tutti noi. Ma perché? Non abbiamo diritto anche noi a una vacanza a prezzo familiare?
Andrea Codeluppi, Viadana (Mn)
 
Ho due figlie, caro signor Codeluppi, e dunque non ho mai sperimentato il problema che lei, da padre di tre figli, pone con molta efficacia e altrettanta amarezza. Ma mi metto senza alcuna difficoltà nei suoi panni. È vero: soprattutto (anche se non solo) nella nostra Italia si dà ormai per scontato che una famiglia possa, al massimo, essere composta da due genitori e altrettanti figli. In altre realtà anche culturalmente molto vicine a noi – personalmente conosco abbastanza bene quella sudamericana – è invece normale trovare camere d’albergo che offrono facilmente almeno fino a 6 letti e tariffe familiari adeguate. Da noi la situazione che lei descrive è una spia di un problema che si è fatto serio e che non riguarda solo il tempo delle vacanze, ma la vita quotidiana, quella che lei descrive normalmente piena di piccole e grandi sfide e difficoltà che finiscono per essere ingigantite dalle miopie e noncuranze verso la famiglia con figli. Come sa, di questo nostro autolesionismo sociale, che ci ha spinti al declino demografico, ci occupiamo spesso e sotto diversi aspetti. Ultimamente a proposito del vecchio e del nuovo Isee, strumenti pensati per dare più equità all’erogazione dei servizi e ai loro eventuali costi per gli utenti, ma che hanno via via proposto sensibili problemi nei confronti delle famiglie numerose. Tant’è che tali problemi sono stati ridotti, ma non risolti completamente. Questo per confermarle che, proprio per l’incredibile deficit di attenzione che lei denuncia, siamo continuamente costretti a censire qualche mediocre tetto all’intelligenza delle norme che toccano (o, meglio, snobbano) la famiglia, sia quando certe regole sono generali e riguardano la vita civile sia quando si tratta di regolamenti di alberghi o altre strutture vacanziere... A questo punto, mi auguro che tra quanti leggeranno la sua lettera ci sia qualcuno in grado di farle (o di suggerirle) una bella proposta di soggiorno a misura di famiglia con tre (o più) figli. Le auguro di godersi con sua moglie e i suoi ragazzi vacanze tanto meritate quanto sostenibili per il vostro bilancio familiare. E, comunque, dica sempre al suo Emanuele che vale infinitamente più dei 50 euro al giorno che, sei anni fa, le avevano chiesto per aggiungere in camera un terzo lettino da neonato...
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