mercoledì 6 maggio 2015
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È giusto, se un Black bloc parla ed espone le sue idee, ascoltarlo con la massima attenzione. Però dopo è anche giusto e doveroso ragionare su queste idee facendo una premessa: a monte e a valle delle idee, la violenza che spacca teste e vetrine è non solo inaccettabile, ma inconcepibile. Si rompe tutto (teste, vetrine, auto, cassonetti…) quando non si hanno ragioni da esporre. La violenza è proporzionale alla mancanza di argomenti: non ho niente da dire, perciò spacco tutto, le mie parole sono le mie spranghe. Abbiamo già conosciuto in Italia e in Europa movimenti e gruppi che si esprimevano con la violenza, anche sparando e ammazzando industriali, sindacalisti, magistrati… Quando questi sparatori e sequestratori e uccisori esprimevano le loro ragioni e il loro programma, compravamo i loro libri e li leggevamo con curiosità, restandone sbalorditi: volevano la dittatura? Di una classe sulle altre? Ma non c’era già stata in altre parti del mondo? E non era fallita? Ora, i Black bloc che si confessano dicono che fanno quel che fanno perché non hanno lavoro, o hanno lavori saltuari e mal pagati. Hanno ragione a lamentarsi. Chi non ha lavoro non ha dignità. Lo ripete spesso il Papa. L’Italia fatica molto a creare lavoro, più delle altre nazioni europee, anche quelle che erano al suo livello di crisi, o addirittura più in basso, come la Spagna. L’Italia sta cercando in tutti i modi di creare nuovo lavoro, di produrre di più, di vendere di più, di sollevare l’economia. Uno di questi modi è l’Expo. Se l’Expo funziona, l’Italia migliora. Poco o tanto, ma migliora. Se l’Expo non funziona, l’Italia peggiora. Che senso ha dunque, per chi cerca lavoro, far fallire questa opportunità? Boicottarla? Spaventare i visitatori? Prima di rispondere “non ha nessun senso”, aspettate. Perché questa risposta (spontanea e immediata) è sbagliata. Peggiorare la situazione ha un senso: non serve alla vita degli spaccatutto, ma serve alle loro idee, le giustifica, le rende urgenti e inevitabili.  Devastare Milano non serve certo ai giovani senza lavoro, anzi li rovina, ma serve al ribellismo, all’anarchismo, all’insurrezionalismo. I black bloc 25nni-35nni non aiutano i coetanei italiani ed europei, ma aiutano il movimento dei Black bloc. È per questo che son venuti, oltre gli italiani, anche francesi, tedeschi, spagnoli. Gli italiani dicono: «L’Expo è un’offesa, come la Tav, come il Mose». In questa frase c’è un’accusa per noi, perché rivela (chiedo di essere capito bene) che chi ha delle responsabilità per gli episodi di corruzione alla Tav e al Mose, fornisce un alibi anche alle violenze di Milano.  Alibi, ho detto. E i Black bloc vanno in cerca di alibi. Non cercano vere ragioni per passare alla violenza. Quando vanno in un posto, han già deciso in partenza di usare la violenza. Per loro, la democrazia è un errore e un inganno. Sono nemici del capitalismo, identificato come sfruttamento, e dei suoi simboli, banche, negozi, vetrine, auto. Ma sono nemici anche della democrazia, e quindi di tutti i partiti. E tutti i partiti li condannano. Non hanno un briciolo di consenso popolare. Sono fuori. E fuori, allora, devono restare. L’arma che li combatte è l’isolamento.
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