Cambiare il mondo (dando ragioni e torti)
giovedì 19 gennaio 2017

Gentile direttore,

vorrei dire la mia sulla lettera della signora Giulia Borroni (“Avvenire” di martedì 17 gennaio 2017) alla quale lei ha già replicato. Cinque milioni di italiani non hanno taciuto, hanno manifestato contro la guerra in Iraq. La «madre di tutte le guerre ingiuste ». La menzogna delle armi di distruzioni di massa la falsa notizia divulgata dall’amministrazione Usa di George W. Bush, che mai nessuno ha incriminato, è costata centinaia di migliaia di vite umane. Lui, felicemente libero e ricchissimo, tace. E, come lei ha sottolineato, «ne renderà conto». Veniamo alla guerra, libica. Voluta da Sarkozi, Cameron e altri, Obama compreso. Anche qui, migliaia di morti: loro tacciono, e ne renderanno conto. Ultimo scandalo, la Siria. Occupata da Daesh. Devastata per volontà di Arabia Saudita, Emirati Arabi, Qatar, Turchia, Stati Uniti e Israele: anche qui centinaia di migliaia di morti e tutti costoro tacciono, e ne renderanno conto. Queste guerre hanno determinato un impressionate movimento di profughi verso i Paesi Europei, specialmente mediterranei, Italia e Grecia in testa. I responsabili che devono rendere conto di tutta questa sofferenza hanno un nome e un cognome, e non vengono da Marte. Il presidente americano Barack Obama, il democratico e premio Nobel per la pace Obama, ha grosse responsabilità di cui dovrà rendere conto. Fra queste: 115 miliardi di dollari in armamenti per l’Arabia Saudita, l’espulsione tra il 2009 al 2015 di due milioni e mezzo di profughi dal territorio degli Usa, mentre sollecitava noi ad accoglierli, lo spionaggio contro i capi dei governi alleati nel 2013, l’impoverimento del ceto medio e delle classi lavoratrici, gli interventi maldestri nella campagna sulla Brexit e sulle nostre riforme costituzionali, lo considero – e non da solo – anche il responsabile delle esplosioni di violenza e disperazione razziali in vari Stati americani. Io non ho taciuto e sono andato come cattolico a informarmi per avvicinarmi il più possibile alla verità, e non a un “buonismo” demenziale che non porta a nulla e accresce l’ingiustizia.

Roberto Lombardo

La sua rilettura degli ultimi quindici anni, gentile signor Lombardo, è legittima e largamente fondata. Io però la farei partire da almeno un decennio prima, dal fatidico, promettente e terribile 1991: mattanze d’Algeria, prima Guerra del Golfo, tumultuosa fine dell’Urss e inizio di un nuovo disordine... Ne ho scritto in passato, ne parlo spesso e non mi ci soffermo qui, adesso. Lei del resto lo sa bene, anche perché è libero ed esigente lettore di questo giornale. Grazie per il suo pungolo, e la sua franchezza. Non la seguo, però, nelle sue conclusioni: sono forse i “buonisti” ad aver scatenato, e a scatenare ancora, le guerre e le migrazioni per forza? Questa è tesi buona per la cinica propaganda dei soliti suscitatori di arrabbiature sbraitanti e forse votanti, non per uno che ragiona (e demitizza), come fa lei. Sa che le dico? I “cattivisti” non hanno ragione, ma se l’avessero – rubo la battuta a Ivan Della Mea – avrei ancora più caro il mio torto. E continuerei a cercare e a raccontare buoni e per nulla taciturni compagni di strada, cristiani e no, decisi a custodire la nostra casa comune e a cambiare il mondo. Senza violenza, con decisione.

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