Profughi, i gesti possibili nella notte d’Europa: mano tesa e Lanterne Verdi accese
sabato 20 novembre 2021

Gentile direttore,
mentre rileggevo il dossier pubblicato su “Avvenire” di martedì 16 novembre sulle questioni umanitarie, così sanguinanti, ai confini orientali della Ue (ma non solo lì) mi è arrivata una chiamata: l’amica – ex presidente di un importante Centro di aiuto alla vita romagnolo – si scusa subito, la telefonata è partita per errore, ne approfitta però per esternare tutto il suo dolore e il senso d’impotenza di fronte soprattutto al dramma di quei bambini che freddo e fame stanno torturando e persino uccidendo. Le ho promesso che qualcosa avremmo fatto, ma non vorrei fermarmi a un comunicato stampa. Quindi, direttore, le chiedo: possono le persone “di buona volontà” pensare e trovare un’azione comune? E “Avvenire” può aiutarci? Durante la guerra in Kosovo da questa nostra Emilia-Romagna, insieme alla Caritas, partimmo e arrivammo a Scutari con un convoglio di aiuti; dopo il terremoto in Nepal arrivammo alla casa di accoglienza “Corona di Bellezza” di Katmandu. E il sostegno del giornale fece la differenza. Direttore, ci è d’obbligo trovare cose giuste da fare, oltre le parole. Ci aiuti.
Antonella Diegoli, presidente Federvita Emilia-Romagna

Gentile direttore,
ho deciso che quest’anno il presepio della nostra chiesa sarà illuminato di verde. Mi presento: sono un religioso dei Betharramiti e rettore della chiesa di Santa Maria dei Miracoli nella centralissima piazza del Popolo a Roma. Come in tante altre parrocchie d’Italia, con alcuni amici laici stiamo riflettendo sulla Natività da allestire in chiesa per le prossime festività. Uno dei temi usciti dal pensiero comune è quello dell’indifferenza, che sempre più vediamo alzare muri intorno a noi. Poi – grazie anche ai reportage del suo giornale – siamo venuti a conoscenza della situazione dei profughi ammassati sui confini bielorussi e sfruttati senza pietà da biechi interessi di politica internazionale: anche lì c’è tanta indifferenza (compresa la nostra di europei “civili”), anche lì ci sono tante Sacre Famiglie con bambini al freddo, senza cibo... Così ci è venuta l’idea di rappresentare la Natività avendo sullo sfondo le drammatiche immagini in formato gigante di questo moderno «non c’era posto per loro», ma anche illuminate da una lanterna verde come quella che tanti cattolici polacchi appendono alle loro case per far sapere che lì c’è soccorso e fraternità. Ecco: l’indifferenza, sì, ma anche la luce di quello che ognuno di noi può e deve fare per rompere almeno un po’ il buio della notte. Sarebbe bello che questo Natale tutti mettessero una lanterna verde alla finestra e nel presepe, non trova direttore?
padre Ercole Ceriani scj, Roma

Gentile direttore,
grazie, mille volte grazie per lo splendido dossier di martedì 16 novembre 2021 sui migranti e noi intitolato “Se questa è Europa”! Pagine da rileggere, da conservare per avere un quadro dettagliato e reale della situazione internazionale sul problema di migranti e rifugiati. Ho letto più volte l’editoriale, ogni sua parola ha un valore significativo che incide e appassiona, ho apprezzato gli articoli e le mappe dei giornalisti suoi collaboratori che hanno fornito risposte chiare ed esaurienti a tanti miei interrogativi. Grazie ancora davvero. Avevo trascorso una notte insonne, popolata dalle ombre dei migranti respinti dagli idranti e dai lacrimogeni nel freddo dell’inverno bielorusso. Il triste quadro di un’Europa immemore delle sue radici e dei suoi valori mi rattrista profondamente: l’avevo accolta con entusiasmo ed ora vedo appassire tante speranze. Eppure qualcosa mi rincuora e mi salva! Sono quelle lanterne verdi accese ai confini tra Polonia e Bielorussia, che dicono “coraggio! noi ci siamo, siamo la Polonia di Karol Wojtyla, i nostri cuori battono per voi, qui c’è un pane e un rifugio”. Per il nostro cammino dell’Avvento accendiamo, allora, anche noi tante lanterne verdi nei cuori e nelle case per rischiarare un Natale di Luce e di Accoglienza. Grazie, direttore, e... continui a “vaccinarci” contro indifferenza e ignoranza.
Giulia Borroni, Castellanza (Va)

Ho scelto tre delle molte lettere piovute in redazione negli ultimi giorni dopo il drammatico dossier sui muri d’Europa alzati davanti a profughi e migranti che abbiamo pubblicato all’inizio di questa settimana. Dati e fatti che documentano una realtà di tradimento dei princìpi su cui era stata edificata l’Unione e che, per la loro stessa evidenza, dovrebbero chiamare una volta per tutte a una mobilitazione civile e cristiana. Queste tre lettere sono una prima risposta “dal basso”, importantissima anche per la debolezza o l’assenza di risposte “dall’alto”, cioè dai palazzi della politica. Soltanto un’europarlamentare del M5s, Laura Ferrara («No ai muri e oltre Dublino: Strasburgo agisca subito», “Avvenire” del 17 novembre 2021), ha reagito e ha preso un impegno personale e politico esplicito. La ringrazio e ringrazio Antonella Diegoli, padre Ercole Ceriani e Giulia Borroni per i tre messaggi-appello che precedono queste mie considerazioni.
Alla gentile e volitiva presidente di Federvita Emilia-Romagna dico che purtroppo un dramma nel dramma è oggi rappresentato dalla difficoltà di portare soccorso ai poveri inchiodati su certe frontiere geografiche ed esistenziali d’Europa. È una paralizzante conseguenza del virus anti-solidale che purtroppo intossica la politica complessiva del Vecchio Continente e, in diversi Paesi, condiziona persino politici che rivendicano nella propria azione un’intenzione cristiana (ma noi sappiamo che il cristianesimo non si rivendica e non esibisce, si dimostra vivendolo). La realtà è che sul confine che corre tra Bielorussia e Polonia è molto complicato portare qualunque forma di aiuto ai migranti presi in ostaggio, persino a morte, dal cinismo aggressivo dell’autocrate Lukashenko e dal rifiuto “a prescindere” delle autorità di Varsavia. Le sanzioni alla Bielorussia bloccano quasi tutto su quel versante, mentre sul lato polacco della frontiera – come continuiamo a documentare – l’azione delle organizzazioni umanitarie è ostacolata ed è perciò possibile soltanto a misera intermittenza. E questo nonostante gli accorati appelli degli episcopati dei due Paesi e l’impegno delle Caritas locali e di Ong di diversa ispirazione e d’identica generosa dedizione. Ma anche lì, come nei Balcani, nell’Egeo e in altri luoghi mediterranei, la mano tesa di chi non vuol limitarsi alle parole può arrivare attraverso le reti internazionali di soccorso.

In particolare, tramite Caritas italiana, (anche nelle sue articolazioni diocesane) è possibile concordare aiuti specifici e si possono sostenere interventi a favore delle persone migranti lungo tutte le rotte europee di terra e di mare. Si può donare on-line su www.caritas.it, oppure, specificando nella causale “Europa/ Rotte migratorie” si possono utilizzare i seguenti conti intestati a Caritas Italiana: Conto corrente postale n.347013; Banca Popolare Etica, via Parigi 17, Roma -Iban: IT24 C050 1803 2000 0001 3331 111; Banca Intesa Sanpaolo, Fil. Accentrata Ter S, Roma – Iban: IT66 W030 6909 6061 0000 0012 474; Banco Posta, viale Europa 175, Roma – Iban: IT91 P076 0103 2000 0000 0347 013; UniCredit, via Taranto 49, Roma – Iban: IT 88 U 02008 05206 000011063119.

Meno complicato è far sentire la nostra spinta solidale “dal basso” con gesti semplici ed eloquenti. Uno di questi, come chiedono padre Ceriani e la professoressa Borroni, è certamente l’accensione di Lanterne Verdi nei presepi, sugli alberi di Natale e alle finestre di case e di edifici comunitari, ma anche, come ha proposto sulle nostre pagine («Accendiamo tutti la Lanterna Verde», “Avvenire” del 19 novembre 2021) la direttrice generale di Save The Children Daniela Fatarella, nei canali della comunicazione social (hashtag: #greenlight e #lanterneverdi). Sarà davvero importante se in questa stagione tesa e amara e sulla via del Natale di Gesù una grande luce verde, fatta di tante piccole lanterne, riuscirà a illuminare la notte dell’Europa e la sofferenza di uomini e donne esuli, che bussano alla porta e che non hanno luogo dove andare e dove stare.


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