Scandali, denunce, minacce da Hamas: frana il piano Usa per distribuire gli aiuti

Inchieste giornalistiche hanno rivelato che la fondazione confezionata da Washington e Tel Aviv per «togliere ai miliziani la leva dei soccorsi» è una scatola legata a Cia e Blackwater. Lascia il Ceo
May 25, 2025
Scandali, denunce, minacce da Hamas: frana il piano Usa per distribuire gli aiuti
Reuters | Palestinesi in attesa dei soccorsi a Gaza City
I caccia che nel primo pomeriggio volano alti su Gerusalemme si abbassano a guadagnare la traiettoria di tiro che in meno di 10 minuti li porterà sugli obiettivi. Nella Striscia i primi incaricati della controversa fondazione americana mandati a distribuire gli aiuti si sono già dileguati. Sugli operatori Onu hanno un vantaggio: vengono avviati per tempo dei piani di attacco. Poi tornano sul posto, mentre Hamas minaccia gli sfollati che si recheranno dai nuovi “volontari” di andare incontro a «conseguenze». Fonti interne delle Nazioni Unite confermano ad Avvenire che più di metà delle derrate fatte entrare nello scorso fine settimana sono state saccheggiate, come temevano i camionisti in attesa al valico di Kerem Shalom. I colpevoli vengono indicati in alcuni clan del Sud della Striscia, occasionalmente alleati di Hamas. Le bande sono specializzate in traffici illeciti e crimini ma anche secondo l’intelligence israeliana non hanno partecipato direttamente al conflitto. Ai convogli erano stati assegnati percorsi tortuosi e non presidiati né dagli operatori Onu né dall’esercito israeliano. Risultato: i tir sono finiti nei vicoli controllati dai banditi, sorvegliati dall’alto dai droni israeliani, e domenica i pochi mercati ancora aperti nella Striscia vendevano la farina rubata alle spedizioni umanitarie fino a 10 euro per chilo. A dimostrare che invece è possibile distribuire aiuti senza farseli saccheggiare dai clan di Gaza, secondo il governo di Tel Aviv toccherà alla Ghf, la Gaza humanitarian Foundation. Inchieste giornalistiche hanno scoperto che l’organizzazione, fondata in Svizzera appena un anno fa, è in realtà una “scatola” confezionata dagli americani per conto di Tel Aviv. Alle spalle la Ghf non ha alcuna esperienza umanitaria. Tra le sue fila si contano ex agenti operativi della Cia, il servizio segreto statunitense, mercenari con diversi conflitti alle spalle, tra cui ex contractor di “Blackwater” (oggi “Academi”), la compagnia militare privata fondata alla fine degli anni ’90 da Erick Prince, ex Navy Seal, l’elite degli incursori Usa. Ma ieri Jake Wood, ex marine con un passato assai chiacchierato, si è dimesso da direttore esecutivo della Fondazione perché l’ente così come è stato concepito non può garantire «principi umanitari di umanità, neutralità, imparzialità e indipendenza».
In una dichiarazione, il consiglio della Gaza humanitarian Foundation si è detto «deluso» dalla partenza di Wood. «I nostri camion sono carichi e pronti a partire», hanno spiegato, aggiungendo che la Ghf avrebbe iniziato a consegnare direttamente gli aiuti a partire da ieri, con lo scopo di raggiungere più di un milione di palestinesi entro la fine della settimana. Il dipartimento di Stato americano ribadito di continuare a sostenere i piani della fondazione, nonostante le polemiche internazionali, in primis l’Onu. I piani di distribuzione degli aiuti sono considerati insufficienti. La distribuzione si baserà su quattro grandi centri nel sud della Striscia di Gaza. Verranno esaminate le famiglie richiedenti (anche con il prelievo delle impronte e la scansione dell’iride) per verificare eventuali connessioni con esponenti di Hamas e di altri gruppi armati. Il timore delle organizzazioni umanitarie è che oltre a stabilire meccanismi di assegnazione degli aiuti secondo criteri arbitrari, molte famiglie per il timore di essere accusate anche solo di una lontana parentela con estremisti, possano vedersi rifiutata la richiesta di soccorsi o addirittura, a causa dei sospetti, possano essere arrestate e deportate fuori Gaza in attesa di indagini. Hamas ha condannato il nuovo sistema, intimando agli sfollati di non rivolgersi ai contractor. Una tenaglia che ancora una volta vedrà i civili tra due fuochi

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