Romney sceglie il vice: Ryan, leader del «Tea party»
di Redazione
Il candidato repubblicano ha fatto il nome del 42enne deputato del Wisconsin (nella foto). Lo scrive il New York Times.
Mitt Romney ha scelto il parlamentare Paul Ryan come candidato alla vice presidenza. Lo conferma il New York Times.
L'annuncio è stato fatto tramite una nuova app per smartphone della campagna del candidato repubblicano. Secondo Cnn inoltre, gli altri potenziali candidati alla vicepresidenza, Marco Rubio, Tim Pawlenty e Rob Portman erano stati avvisati della decisione già nel corso della notte. L'annuncio da parte di Romney è avvenuto durante la visita alla Uss Wisconsin, la nave della Seconda guerra mondiale che ha partecipato anche all'operazione Tempesta nel deserto nel 1991. Per una curiosa coincidenza, Ryan è nato ed è stato eletto deputato proprio in Wisconsin. La scelta di Ryan - secondo alcuni osservatori - rilancerà l'entusiasmo della base repubblicana e potrebbe essere una svolta nella campagna elettorale. Romney nella serata di venerdì avrebbe telefonato agli altri papabili candidati per ringraziarli e comunicare loro la sua scelta.Nato il 29 gennaio 1970, a Janesville in Wisconsin, Ryan si è laureato alla Miami University in Ohio. A soli 42 anni, conta già su una lunga esperrienza in Congresso, dove è stato eletto nel 1999. Presidente della commissione bilancio della Camera ha giocato un ruolo chiave nel mettere a punto le proposte di bilancio dei repubblicani, con modifiche significative al Medicare, il programma di assicurazione medica per coloro che hanno più di 65 anni o rientrano in determinate categorie. Nel marzo 2012, così nel 2011, si è fatto promotore della contro-finanziaria repubblicana, per rispondere al budget presentato dal presidente Barack Obama. Una proposta, quella di quest'anno di Ryan, che prevedeva la riduzione a due delle aliquote fiscali, forti tagli alla spesa e una revisione della sanità. Il progetto puntava a ridurre l'imposizione fiscale sulle imprese a un massimo del 25% a fronte del 35% attuale. Ma anche a ridurre le tasse sui più ricchi, abolendo l'Alternative Minimim tax, che fino a oggi ha garantito che i più abbienti pagassero almeno una tassa minima.
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