«Putin ha ucciso mio marito, ne ho le prove». Navalnaya accusa il Cremlino

La vedova di Navalny, il principale dissidente russo morto nel 2024, contesta ufficialmente la versione di Mosca: mio marito è stato avvelenato dai servizi segreti, i laboratori pubblichino i dati
September 16, 2025
«Putin ha ucciso mio marito, ne ho le prove». Navalnaya accusa il Cremlino
Ansa | Yulia Navalnaya, vedova del dissidente russo Alexej Navalny, a un sit-in in memoria del marito a Berlino nel marzo scorso
Alexeij Navalny, il principale oppositore di Vladimir Putin, morto nel 2024, è stato avvelenato. A dirlo, con certezza, è la vedova del dissidente, Yulia Navalnaya, che ieri ha diffuso un video che contesta la versione ufficiale, per la quale Navalny era spirato, a soli 48 anni, per cause naturali. «Affermo che Vladimir Putin è colpevole dell'omicidio di mio marito, Alexei Navalny – ha spiegato Navalnaya in un video postato sui social –. Accuso i servizi segreti russi di aver sviluppato armi chimiche e biologiche proibite. Esigo che i laboratori che hanno condotto la ricerca pubblichino i loro risultati. Smettetela di flirtare con Putin per motivi di potere. Non riuscirete a placarlo. Finché rimarrete in silenzio, non si fermerà». La vedova ha affermato di essere entrata in possesso di campioni biologici che avrebbe inviato a due diversi laboratori in Europa. Secca e immediata la risposta del Cremlino. Il portavoce, Dmitrij Peskov ha affermato di essere all’oscuro di tutto e di «non poter dire nulla al riguardo». La famiglia del dissidente impiegò dieci giorni per riuscire ad avere il corpo dopo il suo decesso. Negli ultimi video prima della morte, Navalny era apparso molto deperito dal punto di vista fisico. Un peggioramento, secondo i critici, dovuto anche alle condizioni di detenzione.

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