Più morti che nati: anche la Francia è entrata nell'inverno demografico

Macron cerca visibilità globale mentre il Paese affronta segnali interni allarmanti: debito fuori controllo e per la prima volta saldo naturale negativo nel 2025. Cosa sta succedendo
July 28, 2025
Più morti che nati: anche la Francia è entrata nell'inverno demografico
Ansa | Un bimbo francese davanti a una vetrina di giocattoli
Dietro le ultime dichiarazioni diplomatiche altisonanti, la Francia di Emmanuel Macron è un Paese in cui non cessa la sequenza di segnali interni inquietanti. Le due cose sono collegate? Una parte degli osservatori comincia a crederlo seriamente, tanto l’Eliseo sembra cercare nella visibilità internazionale una valvola di sfogo rispetto allo stallo politico e alle spie preoccupanti che si cumulano sul fronte nazionale. Finora, in questo 2025, l’allerta riguardava in particolare certi parametri macroeconomici apparentemente fuori controllo: primo fra tutti, il debito pubblico in crescita di «5mila euro al secondo», a quota 3.345 miliardi di euro alla fine del primo trimestre, con relativi declassamenti delle agenzie di rating e interessi passivi sui titoli decennali per la prima volta peggiori di quelli italiani.
Ma ora scricchiola pure la demografia, tradizionale vanto del modello francese dotato di un welfare rimasto a lungo fra i più generosi del mondo. Fra inizio giugno 2024 e fine maggio 2025, il Paese ha registrato, per la prima volta nel Dopoguerra, un fosco sorpasso che sembrava un tempo inverosimile. Il numero di decessi ha leggermente superato quelle di nascite: 651.200 contro 650.400. Se questa tendenza dovesse confermarsi nei prossimi mesi, il 2025 potrebbe dunque divenire il primo anno con un saldo naturale negativo dai tempi della Seconda Guerra mondiale.
Un avvertimento era giunto di recente dall’Ined, il principale istituto di ricerche sulla demografia, pronto a pronosticare una svolta, all’insegna di un saldo «strutturalmente negativo» a partire dal 2027. Ma i dati reali potrebbero dunque rivelarsi peggiori rispetto a queste previsioni. Il saldo continuava a diminuire da un decennio, non solo per effetto delle nascite in calo. In effetti, secondo gli ultimi dati, se le nascite diminuiscono più del previsto (4% in meno nei primi 5 mesi dell’anno, rispetto al 2024), anche i decessi sono cresciuti a un ritmo inatteso (3% in più nello stesso periodo). A livello generazionale, quest’ultimo dato è strutturalmente collegato all’età dei nati nel corso del cosiddetto baby boom postbellico, ormai vicini alla soglia degli 80 anni.
In ogni caso, sembra appannarsi l’idea di una Francia «locomotiva d’Europa» a livello demografico. In pochi anni, il tasso di fecondità è sceso, nel 2024, a 1,62 figli per donna, per via anche di un fenomeno ormai meglio compreso: uno slittamento dell’età in cui si diventa madre. Il tasso francese resta più alto rispetto a quello dei grandi vicini, ovvero Germania e Italia, ma ormai non sembra più in grado di assicurare automaticamente un ricambio fra le generazioni con valori positivi. Tanto che c’è chi comincia a paventare un «inverno demografico» persino nella Francia considerata un tempo un modello.
Un saldo naturale negativo non significa tuttavia che la popolazione francese diminuirà nei prossimi anni, dato che gli apporti dovuti al saldo migratorio dovrebbero continuare ad assicurare una crescita del dato globale. Ma nelle ultime ore, molti hanno parlato lo stesso di un segnale d’allarme dal valore «storico». All’inizio dell’anno scorso, del resto, lo stesso Macron aveva invocato un «riarmo demografico». Intanto, c’è chi accusa proprio l’Eliseo di non aver finora onorato alcune promesse in materia, a cominciare dal nuovo «congedo per nascita», per il momento non entrato in vigore. La misura sarà discussa nel quadro della finanziaria 2026, ha appena rilanciato la ministra della Sanità, Catherine Vautrin.

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