
Vladimir Putin
Putin non parteciperà al vertice di Istanbul che potrebbe aprire un negoziato di pace con l'Ucraina. Lo zar ha annunciato che la delegazione sarà guidata da Vladimir Medinsky, ex ministro della Cultura e attuale consigliere del presidente. Sarà quindi assente non solo lo stesso Putin ma anche il ministro degli Esteri, Serghei Lavrov. Saranno, invece, presenti il viceministro degli Esteri, Mikhail Galuzin, il capo della direzione principale dello Stato maggiore delle Forze armate russe Igor Kostyukov e il viceministro della Difesa, Alexander Fomin. Zorin, Podobreevskaya, Polischuk e Shevtsov si recheranno a Istanbul in qualità di esperti della parte russa. I negoziati - scrive la Tass - dovrebbero riprendere il dialogo interrotto nel 2022 su iniziativa di Kiev e su istigazione dell'Occidente.
Intanto, il presidente Trump sprizza ottimismo: «Dalla Turchia arriveranno risposte importanti», assicura. Gli Usa invieranno a Istanbul il capo negoziatore Steve Witkoff e il segretario di Stato Usa Marco Rubio, ma lo faranno solo domani. La Casa Bianca comunque chiede che le due parti firmino un cessate il fuoco di 30 giorni. Zelensky ha dato il suo assenso, ma Putin ha reagito sostenendo che prima occorre avviare colloqui per discutere i dettagli della tregua.
In campo da ieri c’è poi un’altra offerta. Papa Leone XIV ha messo a disposizione la Santa Sede «perché i nemici si incontrino e si guardino negli occhi, perché ai popoli sia restituita una speranza e sia ridata la dignità che meritano, la dignità della pace». Zelensky ha reagito nel pomeriggio: «Sono grato a Sua Santità Papa Leone XIV per le sue sagge parole sulla volontà della Santa Sede di svolgere un ruolo di mediazione nel ripristino della pace globale. La pace è il desiderio più sacro di milioni di persone. Speriamo e facciamo ogni sforzo per ripristinare una pace dignitosa». La relazione tra il Vaticano e Kiev è sempre più stretta. Il segretario di Stato è stato netto: «La resistenza ucraina non è solo militare e politica – ha osservato il cardinale Pietro Parolin –.È soprattutto una resistenza spirituale. È la resistenza di un popolo che non rinuncia alla dignità, alla fede, alla libertà». Parole che sono presto finite su tutti i media ucraina. «In questo senso possiamo affermare con convinzione che la speranza in Ucraina ha assunto oggi la forma di martirio silenzioso, di testimonianza concreta della fede in un quotidiano segnata da un dolore indescrivibile», ha aggiunto il porporato. E domenica a Roma ci sarà anche Volodymyr Zelensky. Parteciperà al rito della Messa per l’inizio pontificato.
A Istanbul ci sarà, invece, il presidente ucraino Zelensky. Che arriva sul Bosforo spinto dal crescente sostegno popolare.
Lo stesso istituto di sondaggi che da mesi lo dava in lenta ma inesorabile caduta nel gradimento, stavolta segnala un’inversione di rotta. Per l’Istituto internazionale di sociologia di Kiev (Kiis), il tasso di fiducia è aumentato dal 69% di marzo al 74% della prima metà di maggio. «Si tratta del più alto indice di fiducia da dicembre 2023, quando godeva della fiducia del 77% degli intervistati», spiegano i ricercatori. E in serata , quando Mosca non aveva ancora sciolto le riserve, il leader ha avuto gioco facile nel ribadire che «ora è più evidente per il mondo intero rispetto a qualsiasi altro momento durante la guerra su vasta scala, che l’unico ostacolo al raggiungimento della pace è la mancanza di una volontà chiara da parte della Russia».