lunedì 7 marzo 2022
II Cristo della Cattedrale armena di Leopoli spostato nel bunker anti bombe: era accaduto solo durante la Seconda Guerra mondiale
Non solo il Crocifisso: a Leopoli la corsa a salvare il patrimonio artistico

Ansa

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La statua in legno di Gesù Cristo collocata nella Cattedrale armena di Leopoli è stata portata fuori dall’edifico e sarà conservata in un bunker. La decisione è stata presa per assicurare la conservazione del crocifisso visto l’intensificarsi del conflitto tra Russia e Ucraina. La notizia è rimbalzata nella Rete con una foto delle fasi della rimozione. L’ultima volta che la statua è stata rimossa è stato durante la Seconda Guerra Mondiale.

Il Cristo di legno della cattedrale è uno dei simboli non solo della Chiesa Armena ma di tutta la città di Leopoli (Lviv in ucraino) e fa parte dei tesori che l’edificio conserva. La stessa cattedrale, fondata nel XIV secolo come chiesa armena apostolica, è uno dei luoghi più amati della città oltre che essere stata testimone del travaglio religioso e politico del paese.

A metà degli anni Quaranta, i religiosi presenti, tra cui il parroco, Dionizy Kajetanowicz, furono deportati in un gulag in Siberia e uccisi. La cattedrale rimase per molti anni chiusa e usata come magazzino. Il 18 maggio 2003 la cattedrale è stata riconsacrata. All’interno vi sono affreschi e altre opere d’arte pressoché uniche.

La corsa per salvare le opere d'arte

Ma il Crocifisso non è l'unica opera, d'arte e di devozione, che a Leopoli si cerca di proteggere. Nell'antico centro, sculture, statue e vetrate vengono avvolte in teloni, in tessuti ignifughi e in altri dispositivi di protezione per salvarle dalle bombe. Sui media e sui social network circolano foto che ritraggono le più importanti statue della mitologia greca e romana ricoperte da teloni e gomma piuma, come quella di Nettuno in piazza del Mercato, di Diana, Anfitrite e Adone. Lo stesso vale per le statue attorno alla Basilica dell'Assunzione, la cui costruzione risale alla fine del XIV secolo.

Moltissime persone si sono mobilitate per proteggere il ricco patrimonio architettonico e artistico valso a Leopoli l'iscrizione al patrimonio Unesco nel 1998. All'origine della mobilitazione per salvare i beni culturali c'è Andrii Saliuk, direttore della Società per la protezione dei monumenti.

Dal 2020 in tutto sono sette i siti ucraini tutelati dall'Unesco, di cui sei culturali e uno naturale. Oltre al centro storico di Leopoli, tra gli altri gioielli dell'Ucraina ci sono la cattedrale di Santa Sofia a Kiev e il complesso monastico di Pechersk Lavra della Chiesa ortodossa ucraina, fondato nel 1051. A questi beni culturali e alle foreste secolari dei Carpazi si aggiungono tre beni immateriali Unesco: la pittura di Petrykivka, le canzoni cosacche e la ceramica dipinta di Kosiv.

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