mercoledì 19 ottobre 2011
Attentati a edifici di esercito e polizia da parte di terroristi del Partito dei lavoratori del Kurdistan (Pkk) nel distretto di Cukurca e nella città di Hakkari. Per rappresaglia Ankara ha ordinato raid aerei nel Kurdistan iracheno.
Il sangue e la ragione di Riccardo Redaelli
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La Turchia ha lanciato una controffensiva su vasta scala nell'Iraq settentrionale, in risposta agli assalti simultanei con cui guerriglieri separatisti curdi del Pkk, il Partito dei Lavoratori del Kurdustan, stamane hanno colpito simultaneamente sette diverse postazioni militari della provincia di Hakkar, nel sud-est dell'Anatolia: bilancio, almeno 26 soldati morti e altri 22 feriti. Si è trattato del peggiore attacco dei ribelli in territorio turco da diversi anni.Ankara ha immediatamente scatenato la rappresaglia su tre livelli. Un battaglione delle unità speciali dell'Esercito, forte di circa seicento uomini, ha attraversato la frontiera e ingaggiato scontri a fuoco con gli aggressori, uccidendone come minimo quindici. Caccia sono inoltre entrati nello spazio aereo iracheno per bombardare le postazioni del Pkk oltre confine, specialmente tra le montagne di Qandil, la principale roccaforte dei combattenti curdi nell'area. Infine, direttamente dalla Turchia, le artiglierie pesanti hanno preso a martellare la zona da cui era partita l'incursione.Le operazioni in Iraq sono state confermate dal premier Recep Tayyip Erdogan, il quale ha immediatamente cancellato la prevista visita ufficiale in Kazakhstan per convocare una seduta di emergenza del proprio gabinetto ristretto per la Sicurezza, cui hanno preso parte il ministro della Difesa, generale Ismet Yilmaz, e quello dell'Interno, Idris Naim Sahin, insieme ai vertici dei servizi segreti, tra cui il comandante in capo Hakan Fidan, e dello stato maggiore interforze. Anche il ministro degli Esteri, Ahmet Davutoglu, ha cancellato una missione in Serbia mentre il presidente della Repubblica, Abdullah Gul, ha avvertito che sarà "grande, davvero grande" e "molteplice" la "vendetta" del suo Paese nei confronti di "chi ci ha dichiarato guerra". Gul ha quindi ammonito che "dovranno imparare la lezione coloro i quali appoggiano il Pkk": una palese allusione ai nazionalisti curdi del Bdp, il Partito della Pace e della Democrazia, accusato da più parti di essere il braccio politico dei secessionisti. "Nessuno se lo dimentichi", ha concluso. "Chi infligge simili dolori ne subirà di gran lunga peggiori".Dal canto suo il segretario generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen, ha condannato "nei termini più fermi" gli attacchi dei ribelli. In un comunicato Rasmussen sottolinea come "non esista alcuna giustificazione per simili atti di violenza", e ribadisce poi la piena solidarietà dell'Alleanza ad Ankara nella sua lotta contro il terrorismo. Dura condanna anche dal capo della diplomazia Ue, Catherine Ashton, che ha definito l'azione un "vergognoso attacco terroristico".
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