giovedì 30 novembre 2023
La presidente Tsai Ing-wen: «Cercano di influenzare il voto del 13 gennaio». La replica di Pechino: «La riunificazione non tarderà»
La presidente di Taiwan, Tsai Ing-wen

La presidente di Taiwan, Tsai Ing-wen - Reuters

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La Cina è “sopraffatta” dai suoi problemi interni per prendere in considerazione un'invasione di Taiwan. Parola della presidente di Taipei, Tsai Ing-wen. “Penso che la leadership cinese in questo frangente sia sopraffatta dalle sue sfide interne. E il mio pensiero è che forse questo non è il momento per loro di prendere in considerazione una grande invasione di Taiwan”, ha spiegato al New York Times Tsai. "Soprattutto a causa delle sfide economiche e finanziarie interne, nonché politiche – ha aggiunto - ma anche perché la comunità internazionale ha reso forte e chiaro che la guerra non è un'opzione e che la pace e la stabilità sono al servizio degli interessi di tutti”.
Il clima politico nell’isola (e attorno all’isola) è già incandescente: con la pressione militare dell’ingombrante vicino sempre più incalzante – come scrive Asia Times quella cinese è la più grande e più rapida crescita militare mai vista dalla Seconda Guerra Mondiale, forse la più veloce nella storia umana - il voto del prossimo 13 gennaio minaccia di essere uno spartiacque decisivo nella storia dell’"isola ribelle". Sul fronte interno, la campagna elettorale è stata scossa dal naufragio in tempi record dell’alleanza pro-Pechino tra i due principali partiti d'opposizione di Taiwan, il Kuomintang e il Partito popolare. Le due formazioni correranno da sole. Dall’altra parte della barricata c’è il Partito democratico progressista del presidente Tsai Ing-wen che correrà con l'attuale vicepresidente, William Lai Ching-te che ha fatto sua l’arma della “retorica” dell’indipendenza dalla Cina. Per Lai Ching-te “il popolo di Taiwan dovrà scegliere nelle elezioni del prossimo anno se l'isola continuerà ad avanzare sulla strada verso la democrazia o "precipitare nell'abbraccio della Cina".

Tsai ha detto che “non è un segreto” che la Cina stia cercando di interferire nelle elezioni di Taiwan. “Penso che probabilmente non avranno particolarmente successo nel tentativo di influenzare le elezioni qui. In primo luogo, perché questa è una democrazia e la gente sa di aver preso la decisione migliore su chi sarà il prossimo leader del paese. Taiwan", ha detto.
Sull’altro fronte Pechino non arretra. Perentorio il ministero della Difesa cinese: "La Cina alla fine e sicuramente sarà riunificata". "L'Esercito popolare di liberazione prenderà tutte le misure necessarie per salvaguardare fermamente la sovranità e l'integrità territoriale della Cina", ha detto il portavoce del ministero Wu Qian in una conferenza stampa mensile a Pechino. Mercoledì scorso l'Ufficio cinese per gli affari di Taiwan ha ribadito che "l'indipendenza di Taiwan significa guerra”.

Il fattore economico
Alle urne peserà anche il fattore economico. L’economia di Taiwan continua a dipendere dal commercio con la Cina, il principale partner commerciale dell’isola. Nel 2021, il valore del commercio attraverso lo Stretto è stato pari a 273,06 miliardi di dollari. Una relazione a due sensi. Oggi Taiwan è uno dei maggiori investitori in Cina. Tra il 1991 e la fine di dicembre 2021, gli investimenti approvati in Cina si sono aggrumati attorno a 44.823 progetti, raggiungendo un totale di 198,28 miliardi di dollari. Tuttavia ci sono segnali che testimoniano come i legami economici tra Taiwan e Cina abbiano iniziato a "disaccoppiarsi". Secondo la Commissione per gli investimenti di Taiwan, gli investimenti realizzati da Taipei in Cina sono crollati da 9 miliardi di dollari nel 2017 a soli 1,7 miliardi di dollari nel 2022. Di conseguenza, "l’importanza della Cina nel totale degli investimenti diretti esteri di Taiwan è diminuita, mentre il peso di altri Paesi è aumentato". E per la prima volta, nel 2022, “gli investimenti taiwanesi nel Sud-Est asiatico e nell'Asia meridionale hanno superato quelli diretti alla Cina", ha fatto sapere il ministro degli Affari economici di Taiwan, Wang Mei-hua. Gli investimenti taiwanesi nelle nazioni del sud-est asiatico e dell'Asia meridionale, compresa l'India, hanno raggiunto “i 5,2 miliardi di dollari nel 2022, superando i 5 miliardi di dollari investiti in Cina nello stesso periodo”, ha precisato Wang.

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