lunedì 30 ottobre 2017
Il procuratore: ribellione, sedizione e appropriazione indebita. Il President destituito e la sua giunta rischiano fino a 30 anni di carcere
Carles Puigdemont e i sostenitori dell'indipendenza catalana (Ansa)

Carles Puigdemont e i sostenitori dell'indipendenza catalana (Ansa)

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Il procuratore generale dello Stato spagnolo José Manuel Maza ha confermato che chiederà oggi l'incriminazione per ribellione, sedizione e appropriazione indebita del presidente catalano Carles Puigdemont e degli altri membri del governo «che hanno prodotto una crisi istituzionale che si è conclusa con la dichiarazione unilaterale di indipendenza nel totale disprezzo della nostra Costituzione». Ora Puigdemont, il vice Oriol Junqueras, il resto della giunta e del Parlament rischiano fino a 30 anni di carcere.

Il procuratore ha spiegato che, dopo la rimozione del presidente catalano dal suo incarico e la dissoluzione del Parlamento regionale, Puigdemont e gli altri membri del governo non possono essere indagati dalla Corte Suprema o dalla Corte di Giustizia di Catalogna. Maza ha detto inoltre di ritenere che il reato per cui ha chiesto l'incriminazione sia di competenza della Corte nazionale. Saranno invece citati in giudizio alla Corte Suprema la presidente del Parlamento catalano, Carme Forcadell, e gli altri membri dell'Ufficio di presidenza.

Per ora non viene chiesto l'arresto

Almeno per ora il procuratore non chiede l'arresto preventivo dell'ex presidente catalano, dei suoi ex ministri e della presidente del Parlament. Maza attenderà che gli imputati siano sentiti dal giudice per pronunciarsi su possibili misure cautelari.

«Puigdemont in fuga in Belgio» Fonti della Generalitat

hanno confermato che Puigdemont si trova a Bruxelles in un luogo "discreto e sicuro", accompagnato da alcuni consiglieri,
e hanno fatto sapere che l'ex presidente catalano parlerà domani. Da fonti di stampa si è appreso che Puigdemont si trova a Bruxelles per incontri con i nazionalisti fiamminghi insieme con 5 ministri del suo Govern. I dirigenti catalani - tutti indagati per ribellione - avrebbero viaggiato in auto fino a Marsiglia dove hanno preso un aereo per Bruxelles. Con il President ci sono due ministri del suo partito, Meritxell Borras e Joaquim Forn, e tre di Erc, Antoni Comin, Dolors Bassa e Maritxell Serret.

Domenica il segretario di Stato belga all'immigrazione Theo Francken aveva ipotizzato un asilo politico per Puigdemont, ma in serata il premier Charles Michel è dovuto intervenire per escludere l'ipotesi dopo la reazione irritata di Madrid.

Che cos'è il delitto di ribellione

Il delitto di ribellione, previsto dagli articoli 472 e seguenti del Codice penale spagnolo, prevede pene fra i 15 e i 25 anni di reclusione per coloro che «incoraggiando i ribelli, abbiano promosso o sostenuto la ribellione» e per «i capi principali di questa». Coloro che esercitano un ruolo "subalterno" rischiano fra i 10 e i 15 anni di carcere e per i meri partecipanti sono previste condanne fra i 5 e i dieci anni di detenzione.

La pena più alta, 30 anni di carcere, si può comminare ai capi di una insurrezione armata che abbia provocato devastazioni o violenza.

Il delitto di ribellione è previsto per quelli che si sollevano in modo «pubblico e violento» perseguendo una serie di obiettivi come la violazione, la sospensione o la modifica della Costituzione o la dichiarazione di indipendenza di una parte del territorio nazionale. Fu il reato per il quale furono puniti gli autori del colpo di Stato del 1981.

LA CRISI Barcellona, 50 giorni vissuti pericolosamente

I partiti indipendentisti: parteciperemo al voto di dicembre

I partiti del destituito governo catalano, Esquerra Republicana de Catalunya (ERC) e PDeCat, hanno lasciato intendere oggi che parteciperanno alle elezioni convocate dall'esecutivo di Mariano Rajoy per il 21 dicembre. «Non abbiamo paura delle urne. Mariano Rajoy, ci vedremo», ha dichiarato Marta Pascal, coordinatrice generale del PDeCat. «Troveremo il modo di partecipare al 21D», ha affermato il portavoce di ERC, Sergi Sabrià. «Ci presenteremo alle elezioni a difesa delle istituzioni e contro un articolo 155 miserabile», ha dichiarato ancora la coordinatrice del partito che fa capo a Puigdemont. Per il portavoce di Esquerra Republicana, le elezioni «devono essere un'ulteriore opportunità per consolidare la repubblica». Il voto, per l'ERC è «illegittimo, è una trappola».

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