martedì 26 gennaio 2021
Emanuela Zuccalà racconta la storia invisibile di Sande, la potente società di sole donne per cui le mutilazioni genitali femminili sono un rito di entrata. E dà voce alla resistenza delle attiviste
Un'immagine del documentario

Un'immagine del documentario - Valeria Scrilatti per Zona/Contrasto

Non solo è legale. In Liberia, la mutilazione genitale femminile è il “marchio distintivo” di Sande. Il crudele rito per accedere a una società segreta di sole donne, di origini antichissime e diffusa in undici delle quindici contee del Paese. Nelle “scuole nella foresta” della setta, regolarmente riconosciute dal ministero degli Interni, le bambine, dopo aver subito il taglio del clitoride, imparano la sottomissione, insieme alle danze e ai canti tradizionali.

LA SCUOLA NELLA FORESTA - TRAILER from Zona on Vimeo.

A raccontare questo mondo, inaccessibile agli esterni, il nuovo documentario di Emanuela Zuccalà, giornalista, scrittrice e regista, dal titolo La scuola nella foresta, che sarà proiettato il prossimo 4 febbraio alle 19 nel cinema virtuale di Distribuzioni dal basso, in un evento speciale in vista della Giornata mondiale contro le mutilazioni genitali femminili. Un atto di denuncia che svela una storia di connivenze, silenzi, resistenze. Grazie alla propria influenza politica nella Liberia rurale, Sande è riuscita finora a frenare l'approvazione di una legge che punisca le mutilazioni. Chi si oppone al suo potere, deve affrontare ostracismo e, spesso, aggressioni. Eppure tante continuano a combattere. Come le tre attiviste per i diritti delle donne a cui l'autrice dà voce. Nella speranza che sempre più persone, da tutto il mondo, si uniscano alla battaglia per la dignità femminile.

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