giovedì 23 maggio 2019
Sfumature e accenti diversi su alcuni temi sensibili e su questioni sentite come la sicurezza Vie e proposte diverse per superare la frammentazione dei candidati nelle varie liste
«Rilanciare l'Europa». La piattaforma delle sigle cattoliche
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L’Europa come valore in sé, da incrementare con la partecipazione al voto e il rilancio del progetto unitario. L’Europa come sinonimo di pace e fratellanza fra i popoli, ma anche primo test per rispondere all’appello del presidente della Cei, il cardinale Gualtiero Bassetti, all’appello ai cattolici a dar vita a una «grande rete per l’Italia e per un futuro solidale ed europeo». Tanti i candidati cattolici nelle liste, ce ne sono anche alcune ispirate alla Dottrina sociale cristiana, ma prevale la frammentazione. Lo strumento delle preferenze che il voto europeo prevede (fino a tre, con alternanza di genere) consente però a candidati ed elettori una chance in più: la possibilità di stringere un impegno a futura memoria, a mettere al centro i valori più cari alla Dottrina sociale, aggirando lo 'spezzettamento' che i diversi partiti oggi mettono in campo, privilegiando solo alcuni aspetti e non un progetto di 'umanesimo integrale', che vada dalla promozione della vita, della natalità, e della famiglia senza tralasciare l’amicizia fra i popoli (su cui il progetto europeo si basa) e la solidarietà fra gli esseri umani di ogni nazione, a partire dagli immigrati.

LE FAMIGLIE EUROPEE Un testo sottoscritto da 24 associazioni europee, che ha raggiunto candidati di tutti i partiti e ottenuto adesioni bipartisan (stante il divieto dentro M5s di sottoscrivere piattaforme 'esterne'), alcune anche fra gli ambientalisti e nella sinistra. È quello predisposto dalla Federazione delle associazioni familiari cattoliche europee (Fafce) a cui aderisce il nostro Forum delle associazioni familiari. «Sulla famiglia – dice Vincenzo Bassi, responsabile giuridico del Forum e vicepresidente della Fafce – si è trovato un comune denominatore. Di modo che la famiglia sia motivo di unità». Nel testo figura un patto europeo per la natalità, il mainstreamingfamiliare, ossia l’introduzione di un concetto di impatto familiare su ogni provvedimento. Nel decalogo anche un punto più impegnativo per la promozione della «dignità umana della vita dall’inizio alla fine naturale».

CARTELLI E APPELLI PRO-LIFE Un altro documento fa capo ad un cartello di 15 sigle di area cattolica. Fra queste l’associazione Famiglie numerose, il Centro studi Rosario Livatino, il comitato 'Difendiamo i nostri figli', il Movimento per la vita, l’Ucid e l’osservatorio parlamentare 'Vera lex?'. Un decalogo che ha visto la collaborazione trasversale di molti esponenti cattolici (Luisa Santolini, Paola Binetti, Gianluigi Gigli, Massimo Gandolfini, Maurizio Sacconi, Eugenia Roccella, Giorgio Merlo, Alfredo Mantovano, Antonio Palmieri, Marina Casini, Giancarlo Cesana, Massimo Polledri), particolarmente stringente sul tema della tutela della vita fin dal concepimento (richiamandosi alla campagna 'Uno di noi' condotta dal MpV) che fa riferimento anche al divieto di commercializzare il corpo umano, alla famiglia fondata sul matrimonio, al no alla cultura del 'gender', alla libertà di educazione. Impegni anche sul versante della sicurezza europea e sull’immigrazione «per assicurare la legalità degli ingressi», e un’accoglienza «articolata sull’educazione alla civiltà europea ». «È l’inizio di un percorso nel segno dell’unità con ben 15 associazioni differenti per vocazione e carisma, che hanno condiviso gli obiettivi che abbiamo più a cuore nell’orizzonte europeo», spiega Domenico Menorello di 'Vera lex?'. Le firme si raccolgono sul sito www.euchevogliamo.com, hanno aderito candidati di tutto il centrodestra e dei Popolari per l’Italia (compresi i leader Antonio Tajani, Giorgia Meloni e Mario Mauro). Una raccolta firme sul testo è stata curata e messa in rete anche dal comitato Difendiamo i nostri figli . Fa riferimento all’area di centrodestra anche un altro documento dell’associazione Provita.

LE RETI ECCLESIALI E SOCIALI Ma, al di là dei documenti approvati da singole associazioni e movimenti, sono tanti gli appelli delle reti associative. La Focsiv, cartello di 86 realtà di volontariato internazionale di ispirazione cristiana, ha approvato un documento per una Europa «solidale , giusta, sostenibile». Si sottolinea la missione originaria, da rilanciare, di promotrice della pace nel mondo, con più at- tenzione da dedicare allo «sviluppo sostenibile universale». Un documento è stato redatto anche da Retinopera, che raggruppa 20 sigle dell’associazionismo e del privato sociale fra cui Azione cattolica, Acli, Agesci, CdO, Csi, Confcooperative, Coldiretti, RnS, Focolari, Sant’Egidio, Mcl, Cvx e Fondazione Toniolo. Chiede «un’Europa democratica e partecipativa», ma anche «solidale e accogliente verso i soggetti più deboli che fuggono dalla morte e dalla disperazione cercando nei nostri paesi rifugio e dignità». Un decalogo anche dal Cif, Centro italiano femminile, che punta a rafforzare la base democratica delle istituzioni comunitarie, e auspica l’adozione di un sistema 'a maggioranza' e di un modello di difesa comune. Anche il Cif parla di «solidarietà, uguaglianza e accoglienza», come valori da promuovere. Un altro documento è stato redatto dalla rete 'Politica insieme'. Registra il «prevalere di posizioni liberiste e anti popolari» in Europa e «una politica monetaria che non rientra nel controllo democratico dei Parlamenti, ma nelle valutazioni tecniche di una burocrazia europea» e auspica un deciso cambiamento di rotta nelle politiche comunitarie. Un altro appello viene da Civiltà dell’amore di Giuseppe Rotunno, che mette al primo posto l’obiettivo di «liberare i migranti prigionieri in Libia». Infine la Rete Bianca che fa capo a Giorgio Merlo e Beppe Sangiorgi - insieme a Lucio D’Ubaldo del 'Domani d’Italia', Giuseppe De Mita di 'Italia popolare' e Dante Monda di 'Liberi e Forti' - si richiama all’Europa di De Gasperi e Spinelli, indicando «integrazione e solidarietà » come «architrave del progresso dei popoli del Continente».

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