martedì 19 aprile 2022
La giovane è riuscita a fuggire dopo che l'aggressore, un musulmano, l'aveva portata da Karachi al Punjab. Ora è sotto la tutela legale dell'avvocata Tabassum Yousaf
Una manifestazione di cristiani per la liberazione di una giovane rapita

Una manifestazione di cristiani per la liberazione di una giovane rapita - Archivio Ansa

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È una sedicenne l’ultima giovane cristiana vittima di rapimento e abusi in Pakistan. Secondo la sua testimonianza e le prime indagini, Meerab Mohsin sarebbe stata sequestrata e stuprata dal musulmano Noman Abbas a Orangi, area che all’interno della metropoli meridionale di Karachi include il maggiore slum dell’Asia. Scopo era anche la conversione, essenziale per il riconoscimento del matrimonio da parte delle autorità religiose.

L’aggressore, che ha già precedenti per reati simili, accusato di avere rapito in passato due giovani nella provincia del Punjab, sposate e cedute ad altri, aveva portato Meerab nella stessa provincia ma la ragazza è riuscita a sfuggirgli e a chiedere aiuto alla famiglia che – conferma Aiuto alla Chiesa che soffre (Acs) - ha ottenuto la tutela legale da parte dell’avvocata Tabassum Yousaf, patrocinante nell’Alta Corte del Sindh, provincia di cui Karachi è capoluogo. La Yousaf è nota per la sua attività a tutela delle giovani delle minoranze costrette a unioni forzate che le separano spesso definitivamente dalla famiglia e che in molti casi finiscono con un ripudio, con la “vendita” sul mercato della prostituzione o con la schiavitù. Lei stessa ha portato il caso all’attenzione dell’Alta Corte di Karachi in base alla legge che nel Sindh impedisce matrimoni al di sotto dei 18 anni d’età.

Come sottolineato da Aiuto alla Chiesa che soffre, “"L'auspicio - sottolinea Acs - è che le istituzioni pachistane si attivino allo scopo di approvare una normativa che tuteli in tutto il Paese le minorenni appartenenti alle minoranze religiose”.

La vicenda di Meerab, infatti, è tutt’altro che un caso isolato, anche se il fenomeno è probabilmente sottostimato per la difficoltà a denunciare e a ottenere giustizia. La stessa fondazione ricorda infatti che “i reati di questo tipo, perpetrati ai danni di donne e ragazze delle minoranze, a cominciare da quella cristiana, sono stimati in circa 2.000 l'anno”.

Acs è impegnata attualmente nella raccolta di fondi che aiutino a fornire assistenza legale alle vittime di sequestri, matrimoni forzati e conversioni coatte.

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