venerdì 19 novembre 2021
"Provvedimento anti-islamico": la norma ritirata all'indomani della sua approvazione
Nuova legge contro gli stupri, subito ritirata la castrazione chimica

Ansa

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La castrazione chimica per gli uomini condannati più volte per stupro, approvata dal Parlamento del Pakistan, è stata tempestivamente ritirata dopo pochissime ore a causa delle obiezioni del Consiglio per l'ideologia islamica (Cii).

Il segretario del Parlamento per la legge e la giustizia, Malika Bojari, ha annunciato quindi che la misura è stata ritirata perché la castrazione chimica è "anti islamica", e la Costituzione vieta leggi contrarie al Corano e la Sharia, la legge islamica.

La castrazione chimica era contemplata nella nuova legge contro le violenze sessuali, sostenuta dal presidente Arif Aalvi e dal governo, e approvata due giorni fa dal Parlamento. Durante il dibattito in aula, il parlamentare Mushtaq Ahmed del partito Jamaat-e-Islami, aveva parlato di punizione contraria alla sharia, dicendo che serve invece l'impiccagione pubblica. Secondo fonti dell'emittente televisiva Geo Tv, anche diversi ministri preferiscono la condanna a morte.

Oltre alla castrazione chimica, ora revocata, la nuova legge anti stupro prevede l'ergastolo o la condanna a morte per gli autori di violenza sessuale di gruppo e processi più rapidi (al massimo quattro mesi) attraverso l'istituzione di tribunali speciali per questo tipo di reato. Ci sarà anche un registro dei condannati per reati sessuali, il divieto della pubblicazione del nome della vittima e pene fino a tre anni di carcere in caso di indagini di polizia negligenti.

In Pakistan vi sono crescenti denunce di stupri ai danni di donne e minorenni. Provvedimenti più severi sono necessari, dal momento che meno del 4 per cento dei casi sfociano in una condanna, secondo Human Rights Watch. Un elemento che si inserisce in un quadro più ampia di violenza di genere: nel Paese, infatti, ogni anno vengono uccise mille donne per presunte violazioni dei vincoli amorosi e matrimoniali. E, sempre secondo un rapporto di Human Rights Watch, tra gennaio e marzo 2020 si è registrato un aumento del 200 per cento nelle violenze domestiche.

La misura della castrazione chimica, considerata crudele, era stata criticata da gruppi per i diritti umani e di avvocati.
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