![Da Londra a Mumbay, il mondo si muove per padre Stan Da Londra a Mumbay, il mondo si muove per padre Stan](https://www.avvenire.it/c/2020/PublishingImages/a564ce30f3914507a07cc8de4136c5c4/Ges3.jpg?width=1024)
La manifestazione di fronte all'ambasciata indiana a Washington
Dall'India agli Stati Uniti, dalla Gran Bretagna all'Italia.
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In occasione della Giornata internazionale dei diritti umani, i gesuiti sparsi per il mondo si sono mobilitati per il loro confratello, Stan Swamy, in carcere da 63 giorni. Il religioso,83 anni e una grave forma di Parkinson, è recluso nel carcere di Taloja, vicino a Mumbay, con l'accusa di legami con le formazioni terroriste maoiste. La stessa per cui sono detenuti altri 15 tra i più noti attivisti per i diritti umani, come padre Stan: tutti arrestati in base alla legge-capestro Unlawful actvies prevention act.
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La campagna in India
Da tempo, il sacerdote era nel mirino del governo per la difesa della minoranza indigena Adivasi, vittime di abusi ed espropri sistematici delle terre
. Crimini puntualmente denunciati da padre Stan. E ribaditi in un video diffuso due giorni prima del fermo. Fino alla settimana scorsa, le autorità avevano rifiutato perfino di dargli una cannuccia, indispensabile per bere a causa del tremore del Parkinson. E' stata necessaria
una campagna che ha inondato la Procura e la polizia con migliaia di cannucce perché, la settimana scorsa, padre Stan potesse ottenerne una
.
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Negli ultimi giorni, quando si avvicina l'udienza per la cauzione - prevista nei prossimi giorni - c'è stata una nuova mobilitazione. Confratelli, amici e simpatizzanti si sono fotografati in varie città con messaggi di sostegno a padre Stan.