sabato 27 settembre 2014
Migliaia a Parigi per condannare l’omicidio di Gourdel.
EDITORIALE L’islam e l’odio assassino di Riccardo Redaelli
LA TESTIMONIANZA Il patriarca Younan: «Per noi nessuno si muove»
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Erano migliaia ieri pomeriggio davanti alla Grande moschea di Parigi, nel quartiere latino. Per gridare tutta la condanna e lo sdegno dell’islam francese per la decapitazione mercoledì in Algeria, ad opera dell’Is, della guida alpina Hervé Gourdel.«Noi, musulmani di Francia, diciamo basta alla barbarie», ha dichiarato Dalil Boubakeur, rettore della Grande moschea e presidente del Consiglio francese del culto musulmano. «Questa riunione è l’espressione forte e viva della nostra volontà di unità nazionale e della nostra volontà incrollabile di vivere insieme», ha aggiunto il presidente del Consiglio che rappresenta poco meno di 5 milioni di musulmani di Francia. Al suo fianco, in piazza Puits-de-l’Ermite, il sindaco della capitale, Anne Hidalgo, Nathalie Kosciusko-Morizet, leader dell’opposizione e monsignor Jean-Michel Dubost, vescovo d’Évry-Corbeil-Essonnes e presidente del Consiglio per le relazioni interreligiose della Conferenza episcopale francese. Tra la folla anche molti cattolici: alcuni sfoggiano magliette con scritte a sostegno dei cristiani d’Iraq. Alcune dei presenti urlano: «Daesh (Isis) assassini», su un cartellone si legge: «Siamo tutti Hervé Gourdel». Una chiara presa di posizione dei «musulmani e dei loro amici», condivisa nelle stesse ore a Lione e in altre città francesi. Una manifestazione preparata, con un appello, 24 ore prima, di Boubakeur e altri leader musulmani: «Nessuno può arrogarsi il diritto di esprimersi in nostro nome», avevano scritto su Le Figaro rivendicando «l’onore di dire che “siamo anche noi degli sporchi francesi”». Un chiaro riferimento all’appello, lanciato lunedì scorso dallo Stato islamico che chiedeva ai musulmani di uccidere gli infedeli e «in particolare gli sporchi e cattivi francesi».Ieri pomeriggio Dalil Boubakeur ha sottolineato che l’islam è «una religione di pace» che «ordina il rispetto della vita». Uccidere un uomo, ha detto citando il Corano, significa «uccidere tutta l’umanità. Salvare un uomo vuol dire a sua volta salvare tutta l’umanità». Rispondendo, poi, a una giornalista che gli chiedeva quali fosse il suo sentimento verso i «carnefici» fondamentalisti, Boubakeur ha replicato: «Spero che vadano all’inferno». Più tardi, a margine della manifestazione, uno degli imam della Grande moschea ha sottolineato come oggi più che mai ci sia bisogno di «pace», di «tolleranza», di convivenza. I jihadisti dello Stato islamico, ha aggiunto, sono «agli antipodi» dei precetti dell’islam: «Il Profeta dice che non possiamo toccare nemmeno un albero, che non possiamo schiacciare neanche una formica. Figuriamoci se si possa soltanto concepire di decapitare un essere umano». Lo scorso 9 settembre lo stesso Boubaker con Patrick Karam, del coordinamento “Cristiani d’Oriente in pericolo”, e altri rappresentanti di organizzazioni musulmane, avevano firmato un appello «per la difesa dei cristiani d’Oriente». Nel denunciare i «crimini contro l’umanità» avvenuti in Medio Oriente, i firmatari affermavano «il loro sostegno ai fratelli cristiani d’oriente, per la gran parte arabi», e a «tutte le minoranza della regione». Scettico restava Abdallah Zekri, presidente dell’Osservatorio contro l’islamofobia: «I musulmani non dovrebbero giocare il gioco dell’islamofobia, che consiste nell’interpretare il ruolo del colpevole e del sospettato ideale. Siamo qui in solidarietà con Hervè Gourdel, non per giustificarci». Una nuova manifestazione è prevista domani pomeriggio in piazza della Repubblica a Parigi.
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