mercoledì 9 novembre 2022
Per i risultati definitivi serviranno giorni, forse settimane. I repubblicani prenderebbero la Camera, mentre al Senato la partita è ancora tutta da decidere
Non c'è stata l'ondata repubblicana. Né l'effetto Trump

Ansa

COMMENTA E CONDIVIDI

"Certamente non c'è stata un'ondata repubblicana, questo è sicuro". È lo stesso Lindsey Graham, leader dei repubblicani al Senato, ad ammetterlo, senza nascondere la delusione per i risultati delle elezioni di Midterm che hanno visto i democratici di Joe Biden montare un muro di resistenza all’avanzata dei conservatori in molti Stati chiave. Ne è un simbolo la Pennsylvania, che si è confermata blu, come nel 2020, dopo aver flirtato per mesi con il candidato trumpiano al Senato.

È presto per capire che cosa è successo, ma le primi analisi del voto indicano che l’effetto Donald Trump è stato nefasto per il Grand old party. Se la base conservatrice ha risposto agli appelli a riprendersi le elezioni «rubate» (come sostiene Trump) nel 2020, moderati e indipendenti si sono mossi verso il centro, anche se in alcuni casi ha voluto dire scegliere un democratico. È un segnale politico importante, ma non è ancora detto che il Gop non finisca per assumere il controllo del Congresso, anche se ci vorranno non solo giorni, ma settimane per saperlo con certezza.

Con 48 senatori ciascuno finora assegnati ai democratici e ai repubblicani e una maggioranza fissata a quota 51, sono infatti ancora quattro gli Stati su cui si concentrano le attenzioni degli osservatori. E in uno di questi, la Georgia, si profila un ballottaggio a dicembre. La corsa serratissima è fra il reverendo democratico Rafael Warnock e l'ex campione di football Herschel Walker, entrambi sotto il 50% necessario per essere eletti al primo turno.

Anche il Nevada, altro Stato in bilico, tarda ad assegnare il suo seggio. L'attesa dei risultati non verrà soddisfatta oggi, hanno detto i funzionari, e potrebbero volerci diversi giorni. Al momento la democratica Catherine Cortez Masto risulta in vantaggio rispetto al repubblicano Adam Laxalt.

In Wisconsin il senatore repubblicano in carica, Ron Johnson, spera di respingere la sfida di Mandela Barnes in una corsa in cui entrambe le parti si sono concentrate soprattutto sul tema della sicurezza. Infine in Arizona il senatore democratico in carica Mark Kelly sta cercando di respingere la sfida lanciata dal repubblicano Blake Masters.

Nel caso i due partiti ottengano 50 seggi ciascuno il Senato resterà sotto il controllo dei democratici in quanto sarà decisivo il voto della vice presidente Kamala Harris.

Incerto anche l’esito dello scrutinio per molti distretti della Camera dei Rappresentanti, anche se qui la cartina va man mano colorandosi di una maggioranza rossa (repubblicana).

Sul fronte dei governatori, i democratici hanno tirato un respiro di sollievo a New York, dove si è confermata la governatrice Kathy Hochul, mentre il trionfo del repubblicano Ron DeSantis in Florida ne fa automaticamente uno sfidante temibile di Trump alle primarie del partito per la candidatura alla Casa Bianca.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: