lunedì 8 dicembre 2014
​È uno dei 43 scomparsi a Iguala. Sarebbero stati rapiti dalla polizia locale, poi uccisi e bruciati dai narcotrafficanti.
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L'analisi del Dna non lascia dubbi: i resti umani carbonizzati rinvenuti in una discarica a Cocula, stato del Guerrero nel sud del Messico, appartengono a Alexander Mora Venancio, uno dei 43 studenti messicani scomparsi il 26 settembre a Iguala che, secondo le testimonianze, sono stati rapiti dalla polizia locale e consegnati ai narcotrafficanti del gruppo Guerreros Unidos che li hanno massacrati. La notizia è arrivata dall'università di Innsbruck, dove i resti erano stati inviati il 12 novembre per l'identificazione. È la prima conferma della morte di uno degli allievi dalla scuola Normale rurale di Ayotzinapa, finora considerati formalmente "desaparecidos". Ed è di fatto il primo passo verso la conferma di una delle peggiori stragi della storia recente del Messico.I genitori dei ragazzi, tramite il portavoce Felipe de la Cruz, hanno riaffermato la determinazione di arrivare alla verità. "Vogliamo ritrovare i 42 che mancano", ha detto de la Cruz. "Il seme è gettato - ha aggiunto - e il popolo del Guerrero è sul piede di guerra fino a quando i colpevoli non saranno puniti".Disperazione, rabbia, voglia di giustizia: dalla fine di settembre il Messico è scosso da manifestazioni e proteste che fanno tremare il governo federale e il presidente Enrique Pena Nieto, accusato anche di non aver accettato che l'inchiesta giudiziaria sia seguita dalla Corte Interamericana dei Diritti Umani. Pena Nieto rischia sempre più la poltrona per una vicenda che Amnesty International ha definito un "crimine di stato". E certo non fa bene all'immagine del presidente l'ondata di critiche che lo ha sommerso in più di un'occasione per il lusso nel quale vive con la moglie, Angelica Rivera Hurtado, ex star delle telenovelas e proprietaria tra l'altro - si è scoperto qualche settimana fa - di una residenza da 7 milioni di dollari in una delle zone più ambite di Città del Messico, che la stampa ha soprannominato "La Casa Bianca", a causa del suo arredamento minimalista chic. Nel tentativo di recuperare credibilità Pena Nieto ha annunciato un piano che prevede l'abolizione delle polizie municipali, accusate di collusione con le gang del narcotraffico, e la loro sostituzione con corpi di sicurezza statali e nazionali.Secondo le autorità federali, i mandanti del rapimento e dell'uccisione degli studenti sono l'ex sindaco di Iguala, José Luis Abarca, e sua moglie, Maria de Los Angeles Pineda, sorella di tre noti trafficanti di droga, ora in carcere. Gli studenti erano arrivati a Iguala per organizzare una commemorazione del massacro di Tlatelolco del 2 ottobre 1968 nel quale oltre 300 studenti vennero uccisi a pochi giorni dalla cerimonia d'inaugurazione delle Olimpiadi di Città del Messico. Tre sicari dei Guerrero Unidos hanno confessato i particolari raccapriccianti dell'esecuzione: i 43 studenti sono stati uccisi nella discarica con un colpo di pistola alla testa e i corpi sono stati bruciati, alcuni mentre erano ancora vivi, per eliminare ogni traccia della strage.
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