giovedì 20 luglio 2023
In un documento europeo l'arcipelago conteso tra Regno Unito e Argentina viene chiamato col nome spagnolo, quasi a sostegno delle rivendicazioni del Paese sudamericano
Una piattaforma petrolifera sulle isole britanniche Falklands, rivendicate dall'Argentina come "Malvinas"

Una piattaforma petrolifera sulle isole britanniche Falklands, rivendicate dall'Argentina come "Malvinas" - Ansa

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E' bastata una parola "Islas Malvinas", usata in un documento dell'Unione Europea, a scatenare le proteste del premier britannico Rishi Sunak. Ma quella parola è ricca di significati geopolitici perché indica l'arcipelago delle "Falkland", nell'Oceano Atlantico meridionale, che ha lo status di "British overseas territory", ovvero dipendente dal Regno Unito per la difesa e i rapporti con l'estero e guidato dal sovrano britannico come capo dello stato, ma rivendicato dall'Argentina.

Si tratta di oltre 740 isolette, tra la punta estrema sud del Sud America e l'Antartide, che i britannici chiamano "Falklands" e gli argentini, appunto, "Islas Malvinas". La crisi tra i due Paesi risale al 2 aprile 1982, quando le isole furono occupate da una spedizione militare argentina inviata dalla dittatura militare allora al governo. L'Onu chiese il ritiro immediato dell'Argentina dal territorio e la reazione del governo britannico all'invasione fu assai decisa: il primo ministro Margaret Thatcher inviò navi da guerra, un sottomarino nucleare, aerei e truppe che, in alcune settimane, riconquistarono il territorio. I cittadini dell'arcipelago sono britannici a tutti gli effetti e il Regno Unito mantiene una presenza militare sostanziosa sulle isole, ma le tensioni con l'Argentina sono proseguite, negli ultimi quarant'anni, perché il Paese sudamericano continua a sostenere la propria sovranità sulle isole sia in forma ufficiale che informale, sui social media per esempio.

Da qui l'irritazione del premier Sunak che ha criticato l'Unione Europea per "l'infelice scelta di parole". La definizione "Islas Malvinas" era contenuta in una dichiarazione, promossa dall'Argentina, durante l'ultimo summit dei leader europei con i loro corrispondenti del "Celac", la Comunità di Stati Latinoamericani e dei Caraibi, che è il blocco regionale di nazioni dell'America Latina e dei Caraibi.

"Per quanto riguarda la questione della sovranità sulle Islas Malvinas/Falkland Islands la Ue ha notato la posizione storica del Celac, basata sull'importanza del dialogo e del rispetto per la legislazione internazionale, nella soluzione pacifica delle dispute", si legge nella lunga lista di dichiarazioni firmate dalla Ue e dal Celac, che appoggia l'Argentina nelle sue rivendicazioni.

Insomma mentre il Celac appoggia l'Argentina che chiede, da tempo, che il Regno Unito riapra un negoziato sulle Malvinas/Falkland, la Ue strizza l'occhiolino al Celac. Una richiesta di chiarimento è stata, quindi inviata alla Ue dalla diplomazia del Regno Unito mentre Buenos Aires, comprensibilmente, ha definito un trionfo diplomatico la scelta di parole.

Tuttavia la crisi sembra, per ora, rientrata. Sollecitato dalle proteste del premier Sunak, che chiedeva alla Ue di chiarire la sua posizione, Peter Stano, portavoce per il Servizio Europeo per l'Azione esterna, il servizio diplomatico della Ue, ha fatto sapere che il blocco non ha cambiato la propria posizione sul tanto disputato arcipelago.

Le nuove dichiarazioni della Ue sembrano aver convinto il premier Rishi Sunak. "Il punto di vista del premier è che sarebbe completamente inaccettabile, per la Ue, mettere in dubbio il diritto degli abitanti delle Falkland a decidere del loro futuro. Le Falkland sono britanniche. Questa è stata la scelta degli abitanti", ha detto il portavoce del premier britannico, "L'Unione Europea ha ora giustamente chiarito che la posizione dei 27 Paesi non è cambiata anche dopo l'uso infelice di quelle parole".

Il portavoce ha anche voluto ricordare alla Ue che il 99,8% degli abitanti delle Falkland-Malvinas hanno preso parte a un referendum, nel 2013, e la maggioranza aveva votato per mantenere lo status dell'arcipelago come "British overseas territory".

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