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Migliaia di minori, anche piccolissimi non vanno a scuola, né giocano, perché sono costretti a combattere. Lo ricorda l'Istituto di ricerca archivio disarmo di Roma (Iriad) in occasione della giornata che l'Onu dedica alla sensibilizzazione contro l'uso dei bambini soldato, il 12 febbraio. Nel 2023 oltre ottomila minori, anche di appena sei anni di età, sono stati arruolati ed utilizzati nelle guerre. Questo numero è in forte crescita rispetto al 2022. La drammatica denuncia è del segretario generale dell'Onu, António Guterres, che in un apposito rapporto elenca i responsabili di tali atrocità, alcune decine, fra milizie ed eserciti regolari. I piccoli vengono rapiti dalle scuole e dai propri villaggi e utilizzati come carne da cannone in tante guerre senza fine, ignorate dai mass media. I Paesi più interessati sono: Afghanistan, Burkina Faso, Colombia, Repubblica Centrafricana, Repubblica democratica del Congo, Iraq, Mali, Nigeria, Sudan, Sudan del Sud, Somalia, Siria, Yemen, Myanmar, Nigeria.
L'Onu ha registrato nel 2023 in Somalia l'utilizzo di circa 700 ragazzini, per lo più rapiti da al-Shabadb. Anche esercito e polizia di Mogadiscio, addestrati dall'Italia, utilizzano i piccoli. Perchè utilizzare i fanciulli? Perché possono essere facilmente indottrinati e trasformati in spietati assassini, per sparare non ci vuole la forza fisica di un adulto. Inoltre vengono sottoposti ad ogni tipo di violenza per piegarne la volontà: uccisioni, torture, mutilazioni, abusi sessuali ed uso di droghe, somministrate per eliminare dolore e paura. Anche le ragazzine sono usate per fini sessuali, per matrimoni forzati, sottoposte a gravidanze indesiderate o per compiere attentati suicidi, in quanto sfuggono più facilmente ai controlli, come ha fatto Boko Haram in Nigeria. Pur in un contesto così negativo, grazie al lavoro delle Nazioni Unite, l'anno scorso molte migliaia di ex bambini soldato sono stati smobilitati e hanno potuto usufruire di aiuti per essere reinseriti nella società. Questi programmi sono fondamentali per aiutare i bambini a ricostruire le loro vite ed evitare un nuovo arruolamento, ma questi progetti sono spesso a corto di fondi. Purtroppo i Paesi sviluppati riducono tali fondi, mentre quelli per le armi aumentano sempre. Diventa importante, quindi, investire nella ricostruzione delle infrastrutture e delle menti, per uscire dalla spirale dell'odio e per evitare il perpetuarsi dei conflitti.
Questi orrendi crimini vanno puniti, rompendo il muro dell'impunità. Il diritto internazionale considera l’arruolamento di minori di 15 anni un crimine di guerra. Fra i rari esempi, un tribunale ugandese ha condannato a 40 anni di carcere Thomas Kwoyelo, uno dei capi dei ribelli del Lord's Resistance Army (Lra), che ha seminato il terrore nel Paese africano, rapito all'età di 12 anni, costretto a diventare a carnefice, è stato ritenuto responsabile di ogni genere di atrocità. Ma la strada per la giustizia è ancora lunga. I Paesi democratici devono attuare politiche di pace e porre fine alle vendite di armi a quelli in conflitto o retti da regimi liberticidi, purtroppo pensano solo al riarmo ed a chiudere le proprie frontiere. E la storia si ripete, senza pietà.