domenica 30 aprile 2023
I «bomberos»: «Noi viviamo degli show, paghiamo le tasse, il pubblico non ride di noi, ride con noi: è aberrante che siano vietati»
La Spagna vieta le corride dei toreri-nani

Ansa

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Lo spettacolo con i toreri nani sabato in Numancia de la Sagra, in provincia di Toledo, è stato l’ultimo della storia di Spagna. Il Parlamento ha dato infatti il via libera definitivo alla legge che vieta gli spettacoli con “toreros bomberos”. Ovvero le persone affette da nanismo, impegnate tradizionalmente nelle parodie delle corride con vitellini, in apertura o come intermezzo dei combattimenti degli autentici «toreador». O, anche, negli show umoristici di sagre popolari e feste di addio al celibato.

Il divieto è contenuto nella riforma della «normativa sui Diritti delle persone disabili e la loro inclusione sociale», in esecuzione di direttive della Ue. Si mettono al bando gli eventi ludici e le attività ricreative che denigrano non solo le persone con acondroplasia o nanismo, ma tutte quelle diversamente capacitate. «Con il divieto, superiamo la Spagna in bianco e nero. Un governo decente non può restare equidistante davanti a queste pratiche che umiliano persone con nanismo nelle pubbliche piazze», ha dichiarato Jesús Martín, il direttore generale per i Diritti delle persone disabili del Cermi, l’associazione che più ha spinto, con la ministra di Diritti sociali, Ione Belarra, la cancellazione di questi eventi.

Suscitando però critiche di fuoco, soprattutto da parte dei diretti interessati. Il paradosso è che, mentre il Congresso approvava la legge, fuori un folto gruppo protestava dietro striscioni con la scritta: « Libertad!». La Compagnia “Divertimenti nell’arena e i suoi Nani Toreri”, ha difeso i suoi spettacoli di tauromachia. «Non è scritto da nessuna parte che per essere un attore umoristico si debba avere un’altezza, una razza e un’etnia», ha protestato il responsabile Daniel Calderón, facendo appello all’articolo 35 della Costituzione, che sancisce il diritto-dovere al lavoro e alla libera scelta della professione.

«Noi viviamo degli show, paghiamo le tasse, il pubblico non ride di noi, ride con noi: è aberrante che siano vietati», sostiene Calderón, che rappresenta la maggioranza delle 189 persone registrate come “toreri comici” nel 2021, secondo le statistiche degli Affari Taurini del ministero di Cultura. Sono in lieve aumento, nonostante il futuro incerto e il numero di eventi taurini in costante diminuzione: degli 824 registrati nel 2021, solo 5 – lo 0,6% – erano di “toreo comico”.

Diritti umani versus tradizione? La contraddizione è ricorrente nella patria di Picasso. Anzitutto perché, come riflette Jesús Martín, «si trasmette la consuetudine di ridere del diverso ai bambini e alle bambine che spesso assistono a questi spettacoli» Ma anche perché agita l’altro spinoso dibattito su presente e futuro della tauromachia e i combattimenti con i tori, messi al bando da anni alle isole Baleari e in Catalogna e, sul versante opposto, considerati Bene di interesse culturale o Patrimonio culturale immateriale a Madrid, Murcia e in Navarra.

Alla Fundación Once, l’organizzazione nazionale per i servizi alle persone con gravi disabilità visive, ricordano che a nessuno piace essere oggetto di scherno. E di aver avviato da un anno il programma “Pisadas de dignidad”, che offre alle persone con nanismo itinerari per trovare «opportunità di impiego degno e senza precarietà».

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