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Il leader dei "volenterosi" Starmer, Macron e Mertz, con il presidente Zelensky a Kiev - Ansa
A esclusione di colpi di scena, l’incontro Zelensky-Putin in Turchia non ci sarà. Il presidente russo, che aveva detto di essere pronto a colloqui diretti, non ha risposto all’invito, e ha mandato avanti i suoi portavoce. Con una mano il Cremlino prende tempo mentre continua le operazioni militari. Con l’altra non chiude alle opzioni diplomatiche, cercando di dettare i tempi e le condizioni per l’avvio di un negoziato.
«Quegli idioti si fanno male con le loro stesse sanzioni», ha detto il presidente Vladimir Putin parlando dei leader occidentali durante un incontro con i membri della “Delovaya Rossiya” (Russia degli Affari) che rappresenta migliaia di piccole e medie imprese. «Non si può avere paura di nuove sanzioni, ma - ha avvertito - bisogna essere preparati a tutto: non si può avere paura. Chi comincia ad avere paura perderà subito tutto». Secondo Putin, le maggiori economie mondiali stanno cadendo in recessione solo per danneggiare la Russia: «Dobbiamo ovviamente tenerlo presente: possono fare ciò di cui parlano pubblicamente. E noi, ovviamente, dobbiamo almeno minimizzare le conseguenze negative». Secondo il capo del Cremlino i leader dei Paesi occidentali operano a proprio svantaggio: «Sembra che non faranno mai questo o quello perché li danneggia, ma poi lo fanno, quegli idioti», ha ribadito lasciando cadere un inusuale «scusatemi, vi prego».
Con queste premesse il vertice in Turchia sembra segnato. Zelenskiy ha cofermato di voler negoziare un cessate il fuoco incondizionato di 30 giorni come passo verso la fine della guerra. «Vogliamo concordare l’inizio e la fine della guerra», ha dichiarato in una conferenza stampa. «Ma lui- ha scandito riferendosi a Putin - ha paura di colloqui diretti con me».
Donald Trump - che parteciperà al vertice della Nato in programma a giugno all’Aja - si era detto pronto a raggiungere la Turchia, se Zelensky e Putin si fossero incontrati, ma le dichiarazioni di ieri sera chiudono a questa ipotesi. Il Tycoon ha annunciato che il segretario di stato americano Marco Rubio arriverà a Istanbul con gli inviati speciali Steve Witkoff e Keith Kellogg.
La proposta di Putin di tenere colloqui diretti con l’Ucraina in Turchia era arrivata dopo l’ultima spinta per un cessate il fuoco completo di 30 giorni, sostenuto da Ucraina, Europa e Stati Uniti. Quello che forse a Mosca non si attendevano è stata la reazione di Zelensky, che si è detto disponibile a parlare con il presidente russo a faccia a faccia anche a guerra in corso.
Dopo l’intemerata di Putin contro il leader occidentali si era appreso che il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov dovrebbe guidare la delegazione da Mosca. La diserzione del leader russo sarebbe perciò parzialmente compensata, per la prima volta, dalla presenza del massimo esponente della diplomazia del Cremlino. Ma che questo dimostri la reale volontà di arrivare a una mediazione lo si comprenderà solo da domani.
La minaccia delle sanzioni non sembra funzionare con la Russia. Diversi diplomatici europei affermano che dopo i 16 pacchetti di sanzioni imposti alla Russia dall’Ue, è sempre più difficile ottenere l’unanimità necessaria tra i 27 membri dell’Unione per approvare nuove misure. Argomenti che al Cremlino tengono ben presenti. I leader di Gran Bretagna, Francia, Germania e Polonia sabato scorso avevano di nuovo puntato il dito, assicurando da Kiev che la Russia sarebbe stata colpita da nuove misure punitive, se non avesse dato seguito alle richieste di un cessate il fuoco di 30 giorni entro pochi giorni. Anche Trump aveva appoggiato la proposta dei “volenterosi”, ma la minaccia non è servita a smuovere Putin. «Se non ci saranno progressi concreti questa settimana, lavoreremo insieme a livello europeo per un significativo inasprimento delle sanzioni», ha ribadito il cancelliere tedesco Friedrich Merz.
A fine giornata restano solo le notizie dei nuovi attacchi russi sull’Ucraina e le parole di Donald Trump che aveva promesso una pace-lampo, e ora vede impantanarsi ogni tentativo di soluzione. Per “The Donald” da domani arriveranno «buoni risultati». E se non accadesse, il tycoon ha già la lista dei colpevoli, che non per ora non inclide Mosca: «L’Occidente non si faccia trascinare in una guerra infinita in Europa».
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