venerdì 23 maggio 2025
Sergio Della Pergola: «Essere anti-sionisti o anti-israeliani significa essere contro lo Stato degli ebrei e quindi, di fatto, essere antisemiti»
Israeliani davanti al Museo ebraico di Washington dove sono stati uccisi due giovani dipendenti dell'Ambasciata dello Stato ebraico

Israeliani davanti al Museo ebraico di Washington dove sono stati uccisi due giovani dipendenti dell'Ambasciata dello Stato ebraico - Fotogramma

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«Ci troviamo in un momento storico tragico: quello che è successo ieri a Washington e tutto ciò che sta accadendo dal 7 Ottobre rappresenta l’arretramento di una civiltà che invece di combattere l’antisemitismo lo sostiene, e che sta alimentando una spirale di violenza antiebraica che è sempre esistita».
Con queste parole Sergio Della Pergola, tra i più accreditati osservatori della realtà israeliana, professore emerito ed ex Direttore dell’Istituto Avraham Harman di Studi Ebraici Contemporanei all’Università Ebraica di Gerusalemme, e autore, tra i moltissimi saggi, di “Essere ebrei oggi”, ultima pubblicazione per il Mulino, commenta l’attentato negli Stati Uniti.

Cosa ha portato a questo cortocircuito?

Benjamin Netanyahu sta gestendo questa guerra nel peggiore dei modi possibili, mettendo a rischio la sicurezza del suo stesso Paese solo per difendere i propri interessi personali. Stando ai sondaggi, il 70% degli israeliani è contrario al proseguimento di questo conflitto, e se si svolgessero le elezioni domani l’attuale premier e il suo intero esecutivo non avrebbero futuro. Questo è un fatto. Ma ce n’è un altro: la crisi interna a Israele e quella umanitaria a Gaza vengono strumentalizzate per legittimare una violenza basata su un sentimento antisemita che esiste da molto prima del Sabato Nero. E che non fa che auto-alimentarsi. Persino in alcuni Paesi occidentali che si dichiarano, almeno ufficialmente, amici di Israele.

Spesso c’è chi si nasconde dietro l’etichetta dell’“antisionismo”. Qual è la differenza principale tra “antisemitismo” e “antisionismo”?
La linea di confine tra questi due concetti è del tutto inesistente, perché essere antisionisti – o anti-israeliani – significa essere contro lo Stato degli ebrei e quindi, di fatto, essere antisemiti. Purtroppo, l’antisemitismo è sempre esistito, per pregiudizi di volta in volta culturali, religiose e politici. Come la lava può produrre effetti devastanti quando il vulcano esplode, oggi la produzione di un discorso antisemita vede nell’ebreo (o nell’israeliano in quanto ebreo, come nel caso dalla coppia di diplomatici uccisi ieri) il problema che, in quanto tale, va eliminato. Distinguere l’antisemitismo dall’antisionismo non è che una forma perversa per falsificare il discorso antisemita.

Questo nuovo tsunami di antisemitismo potrebbe avere conseguenze gravi anche in Italia?
In Italia assistiamo ormai ogni giorno a fenomeni sempre più crescenti di antisemitismo: dallo scontro con i turisti israeliani in una pizzeria, agli adesivi che, in note librerie, vengono incollati su saggi e romanzi israeliani etichettati come “libri neri”. Purtroppo, a creare questo tipo di contesto sono, soprattutto, i media. Specie certi canali televisivi mainstream in cui vengono invitati ai dibattiti istigatori all’odio e alla violenza. Per cui non ci si dovrà stupire se presto dovremo assistere a spargimenti di sangue. Tengo a ricordare che l’attentato alla Sinagoga del 9 Ottobre 1982 accadeva il giorno dopo la pubblicazione su un quotidiano italiano di un articolo che, nel periodo della guerra con il Libano, accusava di complicità le comunità ebraiche della diaspora. Questo è lo stesso tipo di discorso che, disgraziatamente, viene spesso portato avanti anche da numerosi politici italiani. L’utilizzo inappropriato di certe terminologie può avere conseguenze drammatiche. E bisogna sempre tenerlo presente. Registro con piacere che papa Leone XIV e il cardinale Pierbattista Pizzaballa hanno ribadito più volte l’importanza di un uso corretto delle parole. Quello che è successo a Washington è stato l’ennesimo campanello di allarme e, mai come oggi, questo tipo di atti vanno condannati, per fermare quanto prima la spirale perversa di odio e violenza a cui stiamo assistendo.

Sergio Della Pergola

Sergio Della Pergola - --

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