venerdì 4 luglio 2025
Ha parlato ininterrottamente, alla Camera, per otto ore e 44 minuti per dire “no” alla “Big Beautiful Bill” di Trump. A New York l'altra scommessa Mamdani
Il capogruppo dem alla Camera, Hakeem Jeffries, in un momento della sua maratora oratoria

Il capogruppo dem alla Camera, Hakeem Jeffries, in un momento della sua maratora oratoria - Reuters

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Ha parlato ininterrottamente, alla Camera, per otto ore e 44 minuti. Una maratona oratoria record, cominciata all’alba e conclusa all’ora di pranzo, per dire “no” alla “big beautiful bill” di Donald Trump. È Hakeem Jeffries, 54 anni, ex avvocato afroamericano, capogruppo dei democratici alla Camera.

L’intervento del deputato, nato e cresciuto a Brooklyn, New York, non è stato vero e proprio ostruzionismo. Ha cercato di ritardare il più possibile l’approvazione della legge e di ridare al suo partito un minimo di protagonismo. Secondo alcuni, tra gli stessi democratici, è stato solo un esercizio retorico finalizzato ad accrescere la sua stessa popolarità. Ci sono stati momenti in cui ha parlato in un’aula pressoché vuota, con una decina di colleghi alle spalle a passargli di tanto in tanto un bicchiere d’acqua e a incoraggiarlo: “vai avanti, prenditi il tuo tempo”. “Il ritratto dell’inefficacia”, ha scritto il New York Times. E della crisi di leadership di un partito che, con l’uscita di scena dell’ex presidente Joe Biden e della sua vice, Kamala Harris, la candidata alla presidenza che Trump, a novembre, ha pesantemente sconfitto, è ancora alla ricerca di un nuovo “pastore”. Di una guida capace di trascinare i dem fuori dalla crisi di popolarità – mai così bassa - in cui sono finiti.

Secondo un sondaggio della Cnn, il favore di cui il partito gode oggi nell’elettorato pubblico americano è del 29% (i repubblicani sono al 36%) ovvero - 20 punti in meno rispetto a gennaio 2021 quando Trump, pochi giorni dopo l’attacco del 6 gennaio al Campidoglio, usciva dalla Casa Bianca.

Jeffries, politicamente vicino all’ex speaker Nancy Pelosi, ha parlato senza sosta attingendo spunti da un raccoglitore di appunti aperto sul banco. Ha alternato toni misurati a citazioni altisonanti (molte bibliche) con una cadenza da sermone domenicale. Intervistato dal sito Axios, un deputato democratico, che ha preferito rimanere anonimo, ha commentato: “Se gran parte della politica è diventata spettacolo, lo facciamo anche noi”. È così, ci si chiede, che la sinistra americana intende costruire la leadership, così Jeffries ne ha parlato nel suo discorso fiume, “coraggiosa, convinta e compassionevole”, da opporre al trumpismo?

A dare respiro al progressimo a stelle e strisce è stata la vittoria di un outsider, Zohran Mamdani, alle primarie democratiche indette per scegliere candidato alla poltrona di primo cittadino di New York. Casa, trasporti, assistenza all’infanzia: con questi temi e una campagna elettorale molto social, il 33enne del Queens, musulmano, ha sbaragliato la concorrenza di Andrew Cuomo, 67 anni, ex governatore dello Stato di New York. I voti per Mamdani sono arrivati anche dai quartieri della Grande Mela (che non è l'America democratica), come Bay Ridge, Sunset Park e Bensonhurts, che alle presidenziali del 2024 hanno votato a destra.

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