martedì 29 agosto 2017
Il procuratore dei minorenni per il Piemonte e la val d’Aosta, Anna Maria Baldelli: ogni scelta finalizzata al benessere del piccolo
Bambina cristiana affidata a islamici: «Fondamentale il rispetto reciproco»
COMMENTA E CONDIVIDI

In Italia una vicenda come quella capitata a Londra non potrebbe al momento verificarsi. Sia perché famiglie musulmane o di altre religioni disposte ad accogliere, attraverso un percorso d’affidamento, bambini italiani sono quasi introvabili, sia perché la legge italiana sull'affido è profondamente diversa. Eppure riflettere sugli scenari che potrebbero aprirsi da qui a qualche anno – come ammette il procuratore dei minorenni per il Piemonte e la val d’Aosta, Anna Maria Baldelli – non è un esercizio vano.

In Italia capita che il credo religioso dei bambini affidati o adottati rappresenti un problema per le famiglie che accolgono?

Nell'affido no, nell'adozione internazionale, soprattutto di fronte a bambini grandi che hanno già la loro storia personale, puntiamo su coppie capaci di rispettare le tradizioni religiose degli adottati. Ricordo che alcuni anni fa, in occasione dell’adozione di un bambino marocchino da parte di una famiglia italiana, c’era stata anche la circoncisione secondo il rito islamico, pur con tutte le garanzie sanitaria del caso. I genitori adottivi avevano cioè riconosciuto che il rispetto delle tradizioni religiose del bambino sarebbero state fondamentali per il suo benessere

Non avete mai proposto l’adozione di bambini di tradizione islamica a famiglie della stessa religione?

Abbiamo tentato, con ragazzi incappati in provvedimenti penali e che era evidente fossero abbandonati in Italia, di proporre l’adozione a famiglie connazionali, appunto per mantenere il profilo culturale originale.

E ci siete riusciti?

Qualche esperienza è andata a buon fine, ma non è così facile ottenere la disponibilità di famiglie straniere. Quelle che sono ben integrate sono le prime a rifiutare chi l’integrazione non l’ha ancora maturata.

Alla famiglia italiana che si apre all'accoglienza di un bambino straniero, già educato in altre tradizioni religiose, che tipo di indicazioni vengono date?

Per l’affido il rispetto è tassativo, visto che alle spalle la famiglia d’origine comunque rimane. Ma è capitato anche che una ragazzina abbia chiesto di essere battezzata per poter fare la Prima Comunione con le sue compagne. E qui le famiglie devono valutare caso per caso. Come capita anche per l’adozione, dove è decisiva l’età. Di fronte a un ragazzino che rivendica la sua identità, occorre essere rispettosi. Ma nella maggior parte dei casi i bambini desiderano diventare italiani. E anche la religione diventa elemento di integrazione.

Quando anche in Italia avremo famiglie islamiche disponibili all'adozione, come ci si dovrà comportare?

Dovranno essere come le famiglie italiane che rispettano il credo islamico di un loro affidato. E dovranno convincersi che l’affido familiare è una straordinaria risorsa ma, come tutto ciò che riguarda i minori, dev'essere maneggiato con delicatezza e con rispetto.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: