martedì 14 gennaio 2014
È accaduto a Giza. Ieri 11 dimostranti pro Morsi morti nei disordini. Tra ieri e oggi, 53 milioni chiamati al voto sulla Costituzione.
L'ANALISI La svolta "laica" pilotata di Luca Geronico
LA SCHEDA La nuova Costituzione
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Elementi armati hanno attaccato a colpi di arma da fuoco alcuni seggi elettorali a Giza (Il Cairo) nel distretto di Ossim. Lo riferisce l'unità di crisi che monitora l'andamento del voto egiziano. La polizia ha risposto al fuoco, mettendo in fuga gli assalitori. Non ci sarebbero vittime.Oggi è il secondo e ultimo giorno in cui si vota per il referendum sulla nuova Costituzione emendata rispetto a quella redatta nel 2012 sotto la presidenza di Mohamed Morsi. I seggi chiuderanno alle 21.La giornata di ieri è stata segnata da proteste e scontri tra sostenitori dei Fratelli Musulmani e la polizia, che hanno fatto - secondo il bilancio del ministero della Salute del Cairo - 11 morti e 28 feriti.

 

La prima giornataNel giorno in cui l'Egitto è andato al voto sulla Costituzione, ignoti a bordo di una motocicletta hanno sparato contro l'ingresso posteriore della chiesa copta dell'Arcangelo Michele nel villaggio di Sinnuras, nel governatorato di Fayyum, a sud del Cairo. Non ci sono state vittime. I copti sono stati minacciati negli ultimi giorni sul web da gruppi fondamentalisti contrari al referendum.Disordini e scontri in diverse città: secondo fonti della sicurezza, sei dimostranti pro Morsi sono stati uccisi a Sohag, nel Sud; un'altra vittima si è registrata a Beni Suef e una quarta a Giza. Il ministero dell'Interno ha dislocato le forze di intervento rapido in tutti i governatorati per garantire la sicurezza del voto. I militari, recita un comunicato reso noto dalla tv di Stato, hanno l'ordine di "sparare" contro chiunque tenti di "aggredire gli elettori".​Sono otre 53 milioni gli elettori aventi diritto al voto. Il testo oggetto del referendum è stato emendato da una commissione di 50 rappresentanti, dopo il congelamento della Costituzione approvata nel 2012, ispirata dai Fratelli musulmani - ora banditi come organizzazione terroristica -, a seguito della destituzione del presidente Mohamed Morsi il 3 luglio scorso.Imponenti le misure di sicurezza per garantire l'affluenza. Sono oltre 160.000 gli agenti di polizia e quelli della sicurezza, coadiuvati dalle unità dell'esercito, chiamati a proteggere i seggi, oltre 30.000 in tutto il Paese. Il ministro dell'Interno, Mohamed Ibrahim, ha messo in guardia gli oppositori, Fratelli Musulmani e altri gruppi islamisti, che intendono boicottare il voto: "Saranno trattati con durezza e fermezza".Il sì appare scontato, nonostante la stampa governativa riferisca che solo il 15% dei residenti all'estero ha partecipato alla consultazione. La soglia minima per rivendicare un successo da parte del governo ad interim è quella del 33%, la percentuale di elettori che nel 2012 ha approvato la Costituzione voluta dal deposto presidente Morsi.Si tratta del primo ritorno alle urne da quando l'esercito ha estromesso il presidente eletto Mohamed Morsi e probabilmente il referendum spianerà la strada a una candidatura presidenziale del generale Abdel Fattah al-Sisi. Gli egiziani, che avevano inscenato proteste di massa contro Morsi prima che venisse rovesciato, stanno affollando i seggi.I nemici di Sisi, che lo scorso luglio ha estromesso l'islamista Morsi, primo presidente liberamente eletto, ritengono il generale sia la mente di un colpo di stato che ha dato il via alla peggiore lotta interna nella storia moderna del paese e portato a uno "stato di polizia". Gli analisti ritengono che il referendum sia anche un voto sulla popolarità di Sisi, i cui poster sono affissi in tutto Il Cairo.È la terza volta che gli egiziani votano sulla Costituzione dalla storica rivolta contro l'ex-presidente Hosni Mubarak nel 2011 e la sesta volta che tornano ai seggi dalla sua caduta. Quando sarà approvata, la nuova Costituzione rimpiazzerà quella firmata da Morsi. Il nuovo testo elimina il discusso linguaggio islamico e rafforza le istituzioni statali che hanno sfidato Morsi: esercito, polizia e magistratura.Martedì mattina il patriarca copto Tawadros II è stato il primo a votare nel centro del Cairo. Il primo ministro egiziano Hazem El-Beblawi e il presidente Adly Mansour hanno votato a Heliopolis, a nord est del Cairo.
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