giovedì 4 aprile 2024
Mentre cresce la tensione per una possibile rappresaglia di Teheran, una telefonata tra il presidente americano e il premier israeliano ha sottolineati i timori per le ricadute sui civili
Le tensioni con gli Usa, la vendetta dell'Iran. Ora Gerusalemme trema
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Cade nel momento di massima tensione in Medio Oriente, quando l’Iran potrebbe scatenare la rappresaglia su obiettivi israeliani. Ed è quello che teme l’intelligence di Israele, che ha richiamato in servizio i riservisti della difesa aerea. Perché l’ultimo venerdì di Ramadan è anche la giornata iraniana di al-Quds, dedicata a Gerusalemme. A tre giorni dalla strage degli operatori umanitari dell’Ong Usa “World Central Kitchen” i presidente Biden ha parlato telefonicamente con il premier israeliano Netanyahu. “I due leader hanno discusso della situazione a Gaza. Il Presidente Biden - si legge in una nota della Casa Bianca - ha sottolineato che gli attacchi agli operatori umanitari e la situazione umanitaria generale sono inaccettabili. Ha chiarito la necessità che Israele annunci e attui una serie di misure specifiche, concrete e misurabili per affrontare i danni ai civili, le sofferenze umanitarie e la sicurezza degli operatori umanitari”. In particolare “ha chiarito che la politica degli Stati Uniti nei confronti di Gaza sarà determinata dalla nostra valutazione dell'azione immediata di Israele su questi passi. Ha sottolineato che un cessate il fuoco immediato è essenziale per stabilizzare e migliorare la situazione umanitaria e proteggere i civili innocenti, e ha esortato il Primo Ministro a dare ai suoi negoziatori la possibilità di concludere senza indugio un accordo per riportare a casa gli ostaggi”. Parole che fanno presagire una svolta negativa nelle relazioni tra Israele a guida Netanyahu e la Casa Bianca. “due leader hanno anche discusso delle minacce pubbliche iraniane contro Israele e il popolo israeliano. Il Presidente Biden - conclude la nota - ha chiarito che gli Stati Uniti sostengono fortemente Israele di fronte a queste minacce”. Teheran ha giurato di voler vendicare l’uccisione di un generale e tre altri ufficiali dei Pasdaran, ai vertici delle “Guardie della rivoluzione”, inviati in Siria per sostenere il regime di Assad. Il raid dell’1 aprile, attribuito a Israele, ha colpito un edificio diplomatico iraniano.

L’escalation è prima di tutto emotiva. Mercoledì l'esercito ha dichiarato di aver arruolato i riservisti per potenziare le difese aeree, mentre diversi testimoni a Tel Aviv hanno confermato l’interruzione della connessione gps, una misura destinata a ostacolare il lancio di missili guidati. Lo Shin Bet, il servizio segreto israeliano per gli affari interni, ha annunciato proprio ieri di aver sventato il tentativo di omicidio del ministro per la Sicurezza nazionale, Itamar Ben Gvir, prevenendo una serie di attacchi terroristici che avrebbero dovuto colpire obiettivi in Israele e in Cisgiordania. Ben Gvir, esponente dell’ultradestra israeliana, è noto per le sue posizioni in favore dell’occupazione illegale della Palestina e di recente aveva esortato gli israeliani a continuare a battersi occupare la Striscia con insediamenti israeliani.

Secondo l’accusa, una cellula di quattro palestinesi della Cisgiordania e sette arabi israeliani stava pianificando attacchi contro le basi dell'Idf e altri siti sensibili, tra cui l'aeroporto Ben Gurion e la sede del governo israeliano a Gerusalemme. La cellula prevedeva anche di effettuare un attacco all'insediamento di Kiryat Arba in Cisgiordania. «In questo contesto, c'era anche l'intenzione di assassinare il ministro della Sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir, procurandosi un missile Rpg per effettuare l'attacco», afferma lo Shin Bet. In programma anche il rapimento di soldati israeliani. Secondo le indagini, il gruppo intendeva affittare un appezzamento di terreno nel Rahat a sud di Israele o un'area in Cisgiordania per stabilizzare una fabbrica con un complesso sotterraneo dove avrebbero fabbricato armi e addestrato uomini. I membri della cellula hanno anche cercato di contattare i funzionari di Hamas nella Striscia di Gaza per ricevere finanziamenti e istruzioni. Almeno uno dei palestinesi arrestati secondo lo Shin Bet era in contatto con un agente di Hamas a Gaza, che ha offerto finanziamenti per attacchi in Israele.

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