martedì 7 aprile 2015
​Una ricerca mostra come cambia la distribuzione dei seguaci di Cristo nel mondo. Dal 1910 al 2010, fino al 2050. La crescita travolgente dell'Africa a sud del Sahara, il declino del vecchio continente.
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Il declino dei cristiani in Europa appare inarrestabile, almeno nei prossimi decenni, almeno nel confronto con gli altri continenti. Mentre la loro presenza nell’Africa Subsahariana crescerà in modo imponente.

Nel complesso nel 2050 si prevede che il 60% della cristianità vivrà in America Latina, Caraibi e Africa. Mentre i cristiani europei e nordamericani saranno il 25 % del totale. Si tratta di una “migrazione” della presenza e del peso dei credenti in Cristo già iniziata da circa un secolo, che viene però non solo confermata, ma anche irrobustita col passare del tempo. Nel complesso tra 35 anni il rapporto percentuale tra cristiani e non cristiani sul pianeta appare destinato a restare stabile. Questi dati vengono evidenziati in una ricerca-proiezione demografica messa a punto dal Pew Research Center, istituto con sede a Washington specializzato nell’analisi delle tendenze demografiche e sociali negli Stati Uniti, ma anche a livello globale.

In Europa nel 1910 vivevano il 66.3% dei cristiani di tutto il pianeta. Nel 2010 erano il 25.5 % e nel 2050 saranno, secondo la proiezione del Pew Research Center, il 15.6 %. Il calo può essere attribuito in parte all’aumento di cittadini di religioni non cristiane, in parte all’abbandono della religione cristiana di una parte della popolazione pur senza passare ad altri credi (in alcuni Paesi esiste una sorta di registro delle confessioni di appartenenza che ha anche un valore fiscale, ad esempio in Austria). Al tempo stesso l’Europa appare destinata anche al declino demografico, passando, secondo le proiezioni, dai 743 milioni di abitanti nel 2010 ai 696 milioni. Anche l’Asia e il Pacifico sono cresciuti nel tempo, passando dal 4,5% del 1910 al 13.2. Però nei prossimi 35 anni la crescita relativa sembra destinata ad arrestarsi, restano sostanzialmente stabile poco sopra al 13 %. Quest’ultima tendenza è analoga a quella dei Paesi latinoamericani e dei Caraibi. Passati da un 12.% a un 24.5 %. E destinati a non crescere percentualmente, anzi a calare leggermente intorno al 23%. Non stupisce, invece, la difficile situazione dei cristiani in Nord Africa e Medio Oriente espressa anche dai numeri di questa ricerca. Qui nel 1910 i cristiani erano lo 0,7 per cento del totale, oggi sono lo 0,6 e tali resteranno… se tutto andrà bene. Non servono certo spiegazioni, il perché è evidente. Anche il Nord America è destinato a scivolare statisticamente dal 14.9% del 2010 al 9.8 del 2050. Ma gli Stati Uniti resteranno il Paese con la più grande popolazione cristiana del mondo: 262 milioni nel 2050, con un forte contributo alla presenza cattolica dovuto alla componente “latina” della popolazione in crescita. Impressionanti i dati relativi all’Africa a sud del Sahara. Qui si passa dal 1.4% dei cristiani (del mondo) nel 1910 al 23.9 % del 2010, per “esplodere” al 38.1 % nel 2050. Tra i 10 Paesi “più cristiani” nel 2050, cinque saranno africani: Nigeria, Repubblica Democratica del Congo, Tanzania, Etiopia e Uganda.

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