giovedì 7 marzo 2024
L'Ong racconta in una breve storia illustrata la vita quotidiana delle famiglie di sanitari e pazienti, in particolare delle donne. Sofferenze e speranze di un popolo che resiste
Una tavola del fumetto

Una tavola del fumetto - Emergency

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Finché l’ultimo canta ancora è il titolo del fumetto con cui Emergency racconta l’Afghanistan a distanza di oltre due anni dal ritiro delle forze internazionali e dalla presa di Kabul da parte dei taleban nell'agosto 2021. Le voci protagoniste sono quelle degli afghani e delle afghane che lavorano nei Centri dell’ong nel Paese e dei pazienti che tutti i giorni vi entrano.

I loro volti sono illustrati da La Tram (Margherita Tramutoli) e le loro storie sono raccontate da Francesca Romana Torre.

Il filo conduttore del fumetto è l’accesso alle cure. «Come stanno gli afghani?» è la domanda dalla quale nasce il fumetto, ideato da Emergency e realizzato grazie ai fondi dell’Unione Europea.

Curarsi è difficile, per le donne di più

In Afghanistan l’accesso alle cure per la popolazione è sempre stato un percorso fatto di ostacoli e barriere, ma dal 2021 la situazione è peggiorata. A seguito della presa di Kabul da parte dei taleban, le riserve internazionali dell’Afghanistan sono state congelate causando effetti disastrosi sull’economia locale. In un Paese che dipendeva da aiuti internazionali per il 75% della spesa pubblica, le possibilità di una vita dignitosa si sono drasticamente ridotte. Curarsi è troppo costoso; non ci sono abbastanza ambulanze; le strutture sanitarie sono inadeguate, sprovviste di personale specializzato, macchinari, elettricità e acqua, soprattutto nelle zone rurali. A risentirne di più sono i fragili, che nella società afghana sono anzitutto le donne.

Dal ritorno dei taleban al potere, tanti sono i cambiamenti di cui Emergency è stata testimone dall'osservatorio dei suoi centri chirurgici a Kabul e Lashkar-gah, e del centro chirurgico e del centro di maternità ad Anabah, oltre che dei suoi 42 posti di primo soccorso e centri sanitari di base. Ha visto mutare i bisogni sanitari e i centri per vittime di guerra sono stati aperti anche al trauma civile. Ha seguito con grande apprensione le decisioni del governo contro i diritti delle donne, a partire dal divieto di frequentare l’università e di lavorare con organizzazioni non governative. Ed è testimone di una fuga di cervelli che ha visto lasciare il Paese una generazione di specialisti, anche della sanità.

Una tavola del fumetto

Una tavola del fumetto - Emergency

Piccole storie quotidiane di un popolo che resiste

Così nelle tavole illustrate da La Tram, a cui Torre regala una voce, Tahira studia in casa interrogata dal papà, Rahima va ogni giorno ad Anabah a lavorare nel Centro di maternità come infermiera mentre sogna di poter diventare una dottoressa. Khan passa dal curare vittime di guerra nel Centro chirurgico di Kabul a ricevere pazienti di incidenti stradali. Il suo collega Nasir riesce a trasferirsi in Europa.

«Raccontiamo un cambiamento che nasce dal basso, dalla solidarietà tra individui, - spiegano Margherita Tramutoli e Francesca Romana Torre - nel confronto professionale e umano tra ostetriche e infermiere, nell'interazione tra le neo-mamme del Centro di maternità di Anabah. E ancora, come cambiano gli spazi del Centro chirurgico per vittime di guerra di Kabul e come si trasforma il concetto stesso di “emergenza”. Abbiamo voluto fotografare il presente con una storia fatta di piccole cose straordinarie, affiancata alla rappresentazione del tradizionale canto dei cardellini, metafora di un popolo che resiste nello spirito».

Finché l’ultimo canta ancora sarà presentato a Book Pride Milano 2024 domenica 10 marzo alle 17.30 in Sala Tokyo.

È possibile leggere il fumetto su https://www.emergency.it/graphic-novel-afghanistan

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