lunedì 19 maggio 2025
Dopo la telefonata, il presidente Usa auspica l'intervento della diplomazia della Santa Sede. E dice: «Credo che Putin voglia il cessate il fuoco»
Vladimir Putin e Donald Trump

Vladimir Putin e Donald Trump - Ansa

COMMENTA E CONDIVIDI

Passo avanti o nuova mossa diversiva di Vladimir Putin? Donald Trump ieri si è affrettato a descrivere la tanto attesa telefonata con il presidente russo come «molto buona», e in grado di portare all’avvio «immediato» di trattative per un cessate il fuoco e la fine della guerra in Ucraina. «I negoziati tra Russia e Ucraina inizieranno immediatamente», ha dichiarato il presidente Usa in un post su Truth Social dopo la chiamata di due ore. Quindi ha aggiunto di aver informato Volodymyr Zelensky e i leader dell’Unione Europea, di Francia, Italia, Germania e Finlandia della buona volontà del Cremlino in una videoconferenza seguita alla conversazione con Putin. Non solo. Trump ha sostenuto che papa Leone XIV potrebbe mediare i colloqui: «Il Vaticano, rappresentato dal Papa, ha dichiarato di essere molto interessato a ospitare i negoziati», ha scritto.

A conferma dell’impegno di Mosca, Trump ha citato «il tono e lo spirito della conversazione» con Putin, che sono stati «eccellenti», così come il fatto che la Russia intende rilanciare «rapporti commerciali su larga scala» con gli Stati Uniti una volta terminata la guerra. Elemento che il capo della Casa Bianca ha evidenziato come decisivo. Tutto bene, dunque: buone notizie dopo il fallimento della scorsa settimana, quando i delegati dei Paesi in guerra si sono incontrati a Istanbul per la prima volta dal 2022 senza riuscire a concordare una tregua a causa delle «condizioni» poste dal Cremlino.

Peccato allora che cenni agli stessi termini siano ribaditi ieri da Putin, che ha parlato di «compromessi», ponendo dei «se» e dei «ma» alla ricerca della pace. «La Russia proporrà ed è pronta a lavorare con la parte ucraina su un memorandum su un possibile futuro accordo di pace con la definizione di una serie di posizioni — ha detto Putin, riportato dall’agenzia Tass —. Come, ad esempio, i principi della soluzione, i termini di un possibile accordo di pace e così via, compreso un possibile cessate il fuoco per un certo periodo di tempo se vengono raggiunti gli accordi pertinenti». Un linguaggio vago al quale Putin ha aggiunto il bisogno di trovare con Kiev «compromessi che vadano bene a entrambe le parti» prima che si possa raggiungere un eventuale cessate il fuoco. Putin ha finora ribadito che i combattimenti non possono essere sospesi finché, fra l’altro, i Paesi occidentali non smetteranno di inviare armi a Kiev.

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha affermato di essere pronto a studiare un eventuale «memorandum» ma ha chiesto a Donald Trump di non prendere decisioni sull’Ucraina «senza di noi». Frasi che gettano acqua sull’entusiasmo di Trump, che pure Putin ha detto di aver calorosamente ringraziato per il suo sostegno alla ripresa dei negoziati diretti con Kiev.
Inoltre, ancora una volta, come già avvenuto negli ultimi mesi, da quando Trump ha promesso di porre fine rapidamente alla guerra più mortale in Europa dalla Seconda Guerra Mondiale, non è chiaro se e cosa il leader statunitense sia disposto a fare se Putin non passerà all’azione. Nonostante il vicepresidente J.D. Vance abbia ventilato più volte, l’ultima ieri stesso, che Washington potrebbe abbandonare il processo di pace e concludere che «questa non è la nostra guerra» se Putin non si dimostrerà serio nel perseguire la pace, l’Amministrazione repubblicana non si è mai unita ai capi di Stato e di governo europei nell'imporre nuove e severe sanzioni alla Russia per aver rifiutato un cessate il fuoco. I leader di Gran Bretagna, Francia, Germania e Italia ne hanno parlato con Trump anche domenica, proprio mentre la Russia conduceva il più grande attacco con droni contro l'Ucraina dall'inizio della guerra.
«Domani il presidente Putin deve dimostrare di volere la pace accettando il cessate il fuoco incondizionato di 30 giorni proposto dal presidente Trump e sostenuto dall'Ucraina e dall’Europa», ha scritto il presidente francese Emmanuel Macron su X dopo la telefonata.

Ieri la portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, ha ammesso che Trump è «stanco e frustrato da entrambe le parti in conflitto» e non ha escluso il ricorso a un pacchetto di sanzioni secondarie contro la Russia, sostenendo che «tutto è sul tavolo».
L’alternativa più probabile, però, è che Trump decida di lavarsi le mani del conflitto, come ha confermato Vance: «Cercheremo di porvi fine, ma se non ci riusciremo, alla fine diremo: Sapete cosa? Valeva la pena provarci, ma non faremo niente di più».

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: