mercoledì 26 agosto 2015
​Sono passati 500 giorni dal rapimento delle 200 studentesse nella città dello Stato del Borno nell'aprile del 2014. Il loro destino è ancora in mano ai terroristi di Boko Haram.
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Sono passati 500 giorni da quando gli uomini di Boko Haram hanno rapito più di 200 studentesse a Chibok, nel Nord della Nigeria. Le loro famiglie sperano ancora disperatamente che vengano liberate, anche se, dopo oltre un anno, di loro non ci sono tracce.

"Le ragazze di Chibok", questo è il nome con cui sono conosciute in tutto il mondo, sono state portate via dal dormitorio della loro scuola, nella città nello Stato di Borno, la notte tra il 14 e il 15 aprile e domani saranno passati esattamente 500 giorni dal rapimento. Nel frattempo, oltre alle ricerche dei militari nel Paese, in tutto il mondo sono state lanciate campagne per la loro liberazione.

Manasse Allen è uno dei parenti di alcune delle ragazze. Due sue nipoti fanno parte del gruppo sequestrato dai jihadisti: "È davvero un'esperienza molto dolorosa. È un trauma", racconta davanti alla fontana dell'Unità, ad Abuja, dove ogni settimana si incontrano i membri della campagna Bring Back Our Girls (Bbog, "Ridateci le nostre ragazze"), lanciata a livello internazionale dopo il sequestro delle giovani.

"Non abbiamo mai considerato che le nostre ragazze non sarebberoancora state salvate 500 giorni dopo il loro rapimento. Siamo moltorattristati". Ha affermato da parte sua Sesugh Akuma, portavoce diBbog. Gli attivisti hanno organizzato numerose iniziative, tra cui una marcia nella capitale e un momento di preghiera alla fontana di Abuja.
Anche il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon, ha più volteespresso il suo sostegno per la liberazione delle giovani, definendo"intollerabile" il loro rapimento.
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