Aveva giurato fedeltà ad
Al-Baghdadi, il leader del
Daesh, appena tre settimane fa. E intendeva rispondere con i fatti al suo appello a "
uccidere gli infedeli nelle loro case con le loro famiglie". È questo il ritratto di
Larossi Abballa, il
killer che
la scorsa notte a Parigi ha ucciso a coltellate una coppia di marito e moglie poliziotti prima di essere a sua volta ucciso dalle forze speciali. Più un
aspirante terrorista che sogna il jihad che un affiliato a una cellula attiva del Daesh in Europa.
MUSULMANO PRATICANTE. Nella sua auto sono stati ritrovati una copia del
Corano, una
djellaba (la tradizionale tunica da uomo maghrebina) e
due libri sulla religione islamica ("Fede autentica" e "Spiegazione dei fondamenti"). Lo ha reso noto il
procuratore di Parigi François Molins in conferenza stampa. Era un "musulmano praticante che faceva il Ramadan", ha aggiunto Molins.
SI È FILMATO SU FACEBOOK. Il killer ha rivendicato il suo attacco a nome del Daesh davanti alla polizia prima di essere ucciso e anche in un
video di 12 minuti pubblicato su Facebook e inviato a "un centinaio di contatti". Abballa ha anche annunciato il suo attacco tramite un
account su Twitter che era stato creato lo scorso 8 giugno a nome di Mohamed Ali.
RADICALIZZATO SU WEB. Cittadino francese figlio di marocchini,
Larossi Abballa, 25 anni, era nato nella
banlieue parigina, a Mantes-la-Jolie. A soli 5 chilometri dal luogo dove ha ucciso ed è stato ucciso. Come altri ragazzi a rischio, aveva un passato di
piccolo delinquente fatto di furti, ricettazione e violenze. La sua
radicalizzazione sarebbe avvenuta su Internet ed era
nota alla sicurezza francese.
GIA' CONDANNATO. Nel 2013 era stato
condannato a tre anni di carcere dal tribunale correzionale di Parigi per partecipazione a una filiera jihadista fra la
Francia e il
Pakistan. Il suo nome compare in una indagine in corso su un'altra filiera jihadista, diretta verso la
Siria.
«UNO SBANDATO». All'epoca del processo,
Abballa si era descritto come un ragazzo senz'arte né parte. "Avevo bisogno di riconoscimento, non lavoravo e mi avevano appena bocciato al Cap (diploma professionale, ndr). Mi hanno cominciato a parlare di religione e mi ha confortato", aveva dichiarato, citato su
le Monde. Il suo difensore Hervè Denis lo ha descritto oggi su
Le Parisien come un giovane di "scarsa levatura e intelligenza media".
IL GIUDICE: FIGURA MINORE. Intervistato su
Le Figaro, il
giudice Marc Trevidic che lo interrogò
nel 2013 si ricorda molto bene di Abballa. Il caso coinvolgeva sei
uomini, due dei quali si erano recati a Lahore, in Pakistan, per
incontrare un emissario di al Qaeda. Abballa era però rimasto in
Francia ed
era considerato una figura minore. "Era un tizio come se ne
vedono tanti nei dossier sugli islamisti, era imprevedibile,
dissimulatore - ha raccontato il magistrato - voleva fare il jihad,
questo è certo. Si era allenato in Francia, non militarmente, ma
fisicamente. Tuttavia all'epoca, a parte le cattive frequentazioni e
lo jogging per tenersi in forma, non vi era molto contro di lui sul
piano penale".
POSTAVA VIDEO ANTISEMITI. Celibe, negli ultimi anni
aveva apparentemente cercato di lanciarsi nel settore del fast food da consegnare a domicilio. Sulla sua pagina Facebook c'era la pubblicità della sua impresa "Dr. Food 78", fondata nel gennaio 2015, con tanto di video anche su Snapchat.
Ma il 20 aprile,
la foto del suo profilo è stata sostituita da uno schermo nero. Ormai
postava solo video complottisti e antisemiti.
SENZA ARMI MA CON BERSAGLI. Nella sua abitazione non sono stati trovati
né armi, né esplosivi. Nel suo computer è stata però stata ritrovata una
lista di sei bersagli, tra cui due personalità pubbliche.