mercoledì 8 novembre 2023
Dal 2016 il Paese è lacerato dalla guerriglia degli indipendentisti anglofoni contro il presidente Biya, in carica da 41 anni
Fratel Cyprian Ngeh

Fratel Cyprian Ngeh - Agenzia Fides

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È stato ucciso in Camerun un frate infermiere dei Figli dell'Immacolata Concezione. Fratel Cyprian Ngeh è stato pugnalato a morte ieri sera nel quartiere di Ndamukong, a Bamenda. È stato aggredito mentre tornava nella struttura ospedaliera, dopo aver accompagnato a casa un membro della sua équipe. Era stato infermiere e direttore del Centro medico cattolico dell'Immacolata Concezione di Njmafor. A dare la notizia della sua morte è l'agenzia Fides.

Bamenda è il capoluogo del nord-ovest del Camerun, una delle due regioni anglofone del Paese. Dal 2016 il Camerun è lacerato dalla guerra civile, con i ribelli anglofoni che combattono per la secessione dalla maggioranza francofona.

L’ospedale dove lavorava fratel Cyprian è specializzato in attività materno-infantili, «per garantire alla popolazione, in particolare a partorienti, madri e neonati, un servizio di qualità e un accompagnamento non solo medico, ma anche umano e spirituale» riporta nel suo sito l’associazione Dokita che sostiene le opere missionarie della congregazione dei Figli dell’Immacolata Concezione.

Il Camerun, che ha quasi 30 milioni di abitanti, da 41 anni è governato con il pugno di ferro dal presidente Paul Biya, 90 anni. I ribelli, che si autodefiniscono "Ambazonians" (Ambazonia è il loro pseudo-Stato nel Camerun occidentale), attaccano spesso i civili che accusano di collaborare con il governo di Yaoundé.

Lunedì scorso l'attacco a un villaggio ha causato 25 morti. La strage è avvenuta nella notte a Egbekaw, nel sud-ovest. Le vittime sono 19 uomini, 5 donne e un bambino di 8 anni, informa il ministero delle Comunicazioni, che punta il dito contro «il piccolo gruppo terroristico secessionista chiamato Manyu Unity Warriors». Gli aggressori hanno appiccato il fuoco a diverse case prima di sparare a bruciapelo contro le persone che cercavano di scappare.

Le Ong internazionali accusano sia i ribelli indipendentisti sia le forze di sicurezza di crimini contro i civili.

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