mercoledì 27 ottobre 2021
Per la gestione dell'emergenza Covid: con 600mila morti, il Brasile è il Paese con più vittime dopo gli Usa. Un rapporto della Commissione parlamentare d'inchiesta denuncia scandali e corruzione
Il presidente brasiliano Jair Bolsonaro

Il presidente brasiliano Jair Bolsonaro - Reuters

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La Commissione d'inchiesta sulla pandemia di Covid del parlamento brasiliano (CPI) ha approvato le conclusioni di una indagine in cui raccomanda l'incriminazione del presidente Jair Bolsonaro per nove reati legati alla sua gestione dell'emergenza, tra cui "crimini contro l'umanità".
Dopo sei mesi di indagine e decine di udienze, la CPI ha approvato con 7 voti su 11 il rapporto che accusa il governo di aver "deliberatamente esposto" i brasiliani alla "contaminazione di massa". Si parla anche di "prevaricazione", "ciarlataneria" e "istigazione a delinquere". Al termine del voto, un minuto di silenzio ha ricordato i 606.000 brasiliani morti di Covid.

Il verdetto è stato approvato dopo che una settimana fa da una bozza della stessa Commissione parlamentare era emerso che il presidente brasiliano poteva essere incriminato per vari reati, in relazione alla sua gestione della pandemia del Covid-19.

I morti per Covid-19 in Brasile sono rappresentano il bilancio più alto al mondo dopo quello degli Usa. La bozza, di cui dettagli sono stati resi noti dai media brasiliani, ipotizzava nove capi d'imputazione, tra cui crimini contro l'umanità, falsi documenti e genocidio contro i popoli indigeni. Bolsonaro aveva bollato l'indagine come politicamente motivata. E nella bozza del testo si poteva leggere che il governo avesse "deliberatamente esposto la popolazione a un concreto rischio d'infezione di massa", influenzato da un gruppo di consiglieri non ufficiali che sostenevano la ricerca dell'immunità di gregge. Durante i sei mesi d'indagini, i senatori hanno ottenuto migliaia di documenti e ascoltato la testimonianza di oltre 60 persone. Il rapporto raccomanda incriminazioni anche per una decina di alleati di Bolsonaro, membri ed ex membri della sua amministrazione.

Il rapporto di 1.200 pagine era stato presentato lo scorso 20 ottobre al panel del Senato dall'autore, il senatore Renan Calheiros. Ed è stato approvato dalla commissione prima di essere inviato al procuratore generale, che ha deciso di avanti l'indagine e processare Bolsonaro.

A prescindere dall'esito del processo, questo clamore farà aumentare la critiche nei confronti del politico di estrema destra, la cui credibilità è crollata mentre il Paese si avvicina alle elezioni del 2022.

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