mercoledì 25 marzo 2020
Il nuovo libro di monsignor Luigi Ginami, presidente della Fondazione Santina, racconta la storia di una bimba vittima della pratica e la lotta coraggiosa di chi la combatte
Asma e Esha, piccole grandi donne contro le mutilazioni genitali
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«Nella mia vita, fatta di miseria, nessuno mi ha mai chiesto di scrivere in un libro. Ringrazio Sister Josephine che ha trascritto dai miei fogli di carta scritti a mano, nel mio piccolo villaggio di Madogo, il breve testo che qui vi propongo». In quella comunità nell’estrema periferia del Kenya, monsignor Luigi Ginami si reca periodicamente per visitare i residenti che la Fondazione Santina, di cui è presidente, cerca di aiutare. Là si è imbattuto nell’autrice di queste parole – Esha – con cui apre il nuovo libro della collana Volti di speranza, dal titolo “Asma”, appena pubblicato dalle Edizioni Messaggero di Padova. Asma è una piccola vittima di mutilazioni genitali femminili (ORDINA QUI), come tutte le donne di Madogo. Tra cui anche Esha, a cui era dedicato un precedente saggio.

Stavolta monsignor Ginami ha fatto una scelta coraggiosa e controcorrente: far introdurre la vicenda di Asma non da una “firma illustre” o conosciuta. Bensì da una donna comune di quello stesso villaggio che ha vissuto sulla propria carne la medesima lacerazione. Esha, appunto. Una giovane nata il 31 dicembre 1985, che per lavoro pulisce le latrine, come si presenta nell’introduzione. E’ stata quest’ultima ad accompagnare don Gigi, come ama farsi chiamare, da Asma. «Abbiamo visitato la famiglia di Asma e la madre ci ha accolto molto bene. Con lei abbiamo parlato a lungo di quella che voi chiamate mutilazione genitale femminile. Questo fatto, in tutta sincerità, mi ha meravigliato molto. Al villaggio non si parla mai di questo con un estraneo… e tanto meno con un uomo bianco che non è neppure musulmano. Devo dire che don Gigi è stato bravo a mostrare il suo profondo desiderio di capire la cultura che giustifica questa mutilazione. È entrato in quella misera capanna mostrando di voler comprendere, non giudicare per poi condannare. Prima la piccola Asma ci ha raccontato il suo ricordo del taglio e poi, con nostra grande sorpresa, anche la mamma ha raccontato, con estrema onestà, di quando anche lei è stata tagliata. Ricordo lo stupore di don Gigi nel venire a conoscere che tutte le donne del mio villaggio di Magodo sono state tagliate. Leggevo nel suo viso stupore profondo e, alcune volte, anche turbamento. Proprio questa strada di ascolto è forse il modo più autentico per conoscere questa pratica che io stesso condanno, ma che qui è molto diffusa, anche se praticata in segreto, al punto che, in questo villaggio di pastori somali e capre, tutte noi donne siamo tagliate», scrive Esha. Uno scenario tragico. Ma “Asma” è soprattutto un inno alla speranza. «Vi chiedo di esserci vicini - conclude Esha -. Questo ci fa sentire forse più forti ed è molto importante. Penso che questa pratica della mutilazione genitale femminile, anche con il vostro aiuto, un giorno finirà»

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