sabato 14 agosto 2021
L’ambasciata degli Stati Uniti ha invitato il personale a distruggere ogni materiale sensibile
I taleban dllagano e si preparano all'attacco finale alle capitale Kabul. Qui sono nelle strade di Herat, una volta controllata dalle truppe italiane

I taleban dllagano e si preparano all'attacco finale alle capitale Kabul. Qui sono nelle strade di Herat, una volta controllata dalle truppe italiane - Ansa

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Sulla cartina è un puntino appena visibile, ma a Pul-e-Alam potrebbe essere appeso il futuro di Kabul. Ieri il capoluogo della provincia di Logar, settanta chilometri dalla capitale, è stato ingoiato dall’avanzata inarrestabile dei taleban. Da qui potrebbe partire l’assalto a Kabul. Non solo, i miliziani si sono spinti fino al distretto di Char Asyab, undici chilometri da Kabul. Gli insorti hanno anche attaccato la città settentrionale di Mazar-e-Sharif, scatenando pesanti combattimenti. In tutto sono venti i capoluoghi di provincia caduti o passati sotto il controllo dei taleban.

Cosa accadrà ora? Esiste un piano, un accordo, la possibilità di un compromesso che eviti che la capitale afghana precipiti nell’orrore dei combattimenti casa per casa? Gli americani hanno lasciato il Paese senza nessuno “piano b”? Dietro il rumore delle armi, si sta trattando? Ieri, a sorpresa, il presidente Ashraf Ghani, che per ora non pare intenzionato a dimettersi come richiesto dai taleban, è apparso in tv. Ghani ha annunciato che sono in corso «consultazioni rapide per porre fine alla guerra» e che la rimobilitazione delle forze armate è la nostra «massima priorità». «Al riguardo – ha assicurato – si stanno facendo seri passi». «Ho avviato consultazioni che procedono rapidamente all’interno del governo, con leader politici, partner internazionali, per trovare una soluzione politica che garantisca pace e stabilità al popolo afghano», ha affermato Ghani, avvertendo che il Paese è «in serio rischio di instabilità».

Ghani ha promesso che non permetterà a quella che ha definito la «guerra imposta» agli afghani di causare ulteriori morti e la perdita delle conquiste ottenute negli ultimi venti anni. «Vi assicuro, come vostro presidente, che mi concentrerò per evitare ulteriore instabilità, violenza e sfollati», ha concluso.

Con la seconda e terza città dell’Afghanistan cadute nelle mani dei taleban, la capitale Kabul è di fatto l’ultima roccaforte assediata delle forze governative, che hanno opposto una fragile resistenza all’avanzata degli studenti coranici. Ghani, nel suo messaggio alla nazione, ha però lodato l’esercito nazionale, che «ha difeso il Paese in modo coraggioso e ha mostrato forte determinazione».

Nella capitale c’è aria di smobilitazione. Mentre ieri sbarcava nella capitale un nuovo contingente di marines, l’ambasciata degli Stati Uniti ha invitato il personale a distruggere ogni materiale sensibile presente nelle strutture, inclusi opuscoli e bandiere che potrebbero essere utilizzati per la propaganda.

Anche il Regno Unito ha annunciato l’invio di 600 soldati per aiutare l’evacuazione dei cittadini britannici e dell’ex personale afghano. Come la Germania, manterrà aperta l’ambasciata con il personale al minimo. Danimarca, Norvegia e Repubblica ceca stanno invece chiudendo del tutto le loro rappresentanze diplomatiche. Il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio ha assicurato che l’Italia si sta «preparando ad ogni evenienza, anche quella dell’evacuazione».

Sul fronte diplomatico, si continua a lavorare a una soluzione in extremis. Il ministro degli Esteri del Qatar, Mohammed bin Abdulrahman Al-Thani, ha incontrato il capo dell’ufficio politico dei taleban, con la sua delegazione a Doha. La richiesta consegnata ai miliziani: un cessate il fuoco immediato per accelerare una soluzione politica del conflitto. A Kandahar, infine, le prime prove di “normalizzazione” da parte di taleban. I miliziani hanno diffuso un video in cui viene annunciata la presa della principale stazione radiofonica della città meridionale di Kandahar, ribattezzata “Voice of Sharia”.

Nel video, un insorto afferma che tutti i dipendenti erano presenti e avrebbero trasmesso notizie, analisi politiche e recitazioni del Corano, il libro sacro dell’islam. La stazione non dovrebbe più riprodurre musica. Non è chiaro se i taleban abbiano epurato i precedenti dipendenti o permesso loro di tornare al lavoro. L’uomo nel video si è congratulato con il popolo di Kandahar. I taleban hanno utilizzato stazioni radio nel corso degli anni, ma non gestiscono una stazione all’interno di una grande città da quando hanno governato il Paese dal 1996 al 2001.

Usa: porteremo via 30mila persone entro il 31 agosto​

Sono circa 30mila le persone che gli americani intendono evacuare dall' Afghanistan entro il 31 agosto, data fissata da Joe Biden per il ritiro delle truppe. Sono le stime del Pentagono, che entro la fine del weekend dispiegherà 3000 soldati all'aeroporto di Kabul per garantire la sicurezza delle operazioni. Un secondo contingente di Marines è arrivato oggi, dopo quello di ieri. Gli Stati Uniti intendo evacuare "migliaia di persone al giorno", ha detto il portavoce del Pentagono John Kirby. Circa 4200 persone lavorano
all'ambasciata statunitense nella capitale.





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