giovedì 2 giugno 2022
Il governo di Kiev denuncia le cosiddette «russificazioni» nelle aree occupate dai militari e accelera le procedure: sono ormai 17mila i minorenni in attesa di trovare una casa
Una madre sfollata a Leopoli abbraccia il suo bambino

Una madre sfollata a Leopoli abbraccia il suo bambino - Ansa

COMMENTA E CONDIVIDI

La Russia si preparerebbe a strappare migliaia di bambini ucraini dalle loro famiglie, dopo averli portati via dai luoghi in cui sono nati, rendendoli eleggibili per l’adozione. Norme confuse, tempistiche accelerate, con un unico obiettivo: fare in modo che di ucraino ai piccoli non resti più nulla, a iniziare dal passaporto, per finire con la famiglia. Proprio a questo proposito, nei giorni scorsi Vladimir Putin ha firmato un decreto che certifica il rilascio della cittadinanza per i bambini rimasti orfani o senza cure parentali e che risiedono attualmente nei territori occupati dalle truppe di Mosca.

La richiesta potrà essere fatta dai «tutori o dalle organizzazioni che hanno in carico questi minori». Il punto è che i richiedenti, siano essi privati cittadini o responsabili delle associazioni, devono essere a loro volta in possesso di un passaporto russo. Il decreto presidenziale suona quindi come un tentativo di «russificazione forzata» dei minori che si trovano nelle zone di Donetsk e Lugansk o Zaporizhzhia o Kherson. Questo per quanto riguarda le zone occupate. C’è poi la faccenda delle adozioni dei bambini che si trovano già in Russia e qui la vicenda si complica dal punto di vista legale ma non solo.

Secondo le autorità ucraine, dallo scoppio della guerra fino a inizio maggio sono stati circa 181mila i piccoli deportati al di là del confine. Di questi, appena 1.200 sono orfani. Questo significa che si tratta di bambini, spesso in tenera età, che hanno ancora almeno un genitore.

La legge attualmente al vaglio della Duma di Stato e presentata dal partito Russia Unita, quello del presidente Putin, e fortemente voluta dal capo del Cremlino, prevede un iter semplificato per le adozioni. Per presentare domanda, sarà sufficiente il solo documento di identità. Meno burocrazia e procedure più snelle per concludere tutto nel minor tempo possibile. A breve partirà uno studio sulle famiglie di provenienza dei piccoli. Se verranno trovati parenti, anche non di secondo grado che vivono in Russia, allora verranno affidati a loro. In caso contrario chiunque potrà presentare una domanda di adozione. Fino a quel momento, i minori saranno sotto le cure dello Stato e riceveranno ’supporto sociale’. Un tentativo di mascherare con l’aiuto umanitario quello che è un vero e proprio allontanamento coatto.

Kiev sta tentando di reagire, per quei bambini che sono ancora in Ucraina. Secondo il ministero delle politiche sociali, in questo momento ci sono circa 17mila minori in attesa di adozione a fronte di un numero di potenziali genitori adottivi di gran lunga inferiore. L’obiettivo di Kiev è provare ad ampliare la platea, velocizzando le procedure e introducendo la possibilità di domanda digitale. Una corsa contro il tempo, per evitare la «russificazione».

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: